Censis: italiani soddisfatti solo da Internet

Censis: italiani soddisfatti solo da Internet

I media vengono usati per informarsi e la rete è considerata il medium più utile a questo scopo. Ciò nonostante gli italiani ricorrono alla tv più che nel resto d'Europa. E leggono pochissimo. Il quadro nell'ultimo rapporto del Censis
I media vengono usati per informarsi e la rete è considerata il medium più utile a questo scopo. Ciò nonostante gli italiani ricorrono alla tv più che nel resto d'Europa. E leggono pochissimo. Il quadro nell'ultimo rapporto del Censis

Internet in Italia cresce meno della media europea, sono altri i media più utilizzati, ma è proprio la rete quella che dà la massima soddisfazione nella ricerca di informazioni . Questi alcuni dei dati dell’ultimo Rapporto Censis/Ucsi 2006 sulla Comunicazione in Italia, un rapporto presentato a Roma in questi giorni.

Stando alle rilevazioni del Censis per informarsi gli italiani ricorrono per il 90 per cento alla televisione, un grado di penetrazione sconosciuto agli altri media: quotidiani al 56 per cento, radio al 47, teletext al 29, come Internet, e libri 28 per cento. Eppure, e questo è forse ciò che più deve far riflettere sulle opportunità offerte dalla rete, quando si viene ai risultati della ricerca di informazione e dunque alla soddisfazione per quanto si è informati, al primo posto in assoluto è proprio Internet, con percentuali di consenso bulgare: 75 per cento. Seguono i libri al 64, i quotidiani al 54, la radio al 53, il teletext al 48 e per ultima proprio il medium più utilizzato, la televisione, al 42 per cento.

Il Rapporto uscirà in versione completa il prossimo febbraio ma già offre altri numeri di grande interesse. Tra questi, ad esempio, il fatto che i media vengano considerati rilevanti prima di tutto per l’informazione (per l’80 per cento dei partecipanti alla rilevazione). Sebbene il Censis specifichi: “ma essere informati non significa esserlo solo sull’evoluzione della produzione industriale, bensì anche sull’ultimo flirt della diva più di moda”.

Altre ragioni per rivolgersi ai media: al 69 per cento c’è la necessità di “approfondire”, al 46 per cento la massima priorità per utilizzare gli strumenti della comunicazione è dovuta al proprio “interesse per la musica” e al 45 per cento per “relazionarsi”. Segue la necessità di accedere a servizi utili, il desiderio di svago o di orientarsi negli acquisti. Per ciascuna di queste altre esigenze, oltre all’informazione, cambiano le percentuali di italiani che ricorrono ad Internet, che si colloca però quasi sempre come il medium che dà maggiore soddisfazione .

“In definitiva – spiega il Censis – la TV è sempre al primo posto in termini di diffusione (persino nell’ascolto della musica) ma internet, libri, Mp3 e cellulari sono sempre al primo posto in quanto a soddisfazione ottenuta dall’uso”.

Se Internet si afferma per qualità dei risultati nel suo utilizzo, il quadro generale dell’uso dei media, della loro diffusione e degli ostacoli che incontra il Paese nel seguire i ritmi europei e dei paesi più avanzati è piuttosto preoccupante. Ecco di seguito gli altri punti-cardine del Rapporto del Censis.
“In Europa – spiega il Censis – la trasformazione del modello televisivo verso le tecnologie digitali sta procedendo velocemente. In Italia invece la dipendenza dal modello televisivo tradizionale (analogico terrestre) è ancora molto forte e la più alta fra i paesi europei più simili al nostro: è, infatti, il 72% della popolazione a vedere nel nostro paese solo ed unicamente programmi della televisione tradizionale, a fronte del 65% della Spagna e della Francia, del 50% della Germania e del, minimo, 31% della Gran Bretagna”.

Ciò risulta tanto più importante visto che gli italiani, come si è visto sopra, nonostante la scarsa soddisfazione per la televisione continuano a farvi un ricorso ossessivo.

Se nei più grandi paesi europei sono quattro o cinque i media effettivamente di massa , spiegano gli esperti del Censis, “solo l’Italia appare teledipendente , ma non tanto per l’estensione del pubblico televisivo, quanto per le limitazioni riscontrate nel pubblico degli altri media. In Gran Bretagna, ad esempio, il pubblico della tv tradizionale è superiore a quello italiano (95 contro 94 per cento), però la radio è all’80(in Italia è al 63), i quotidiani al 78 (da noi al 59), i libri al 75 (noi siamo al 55) e internet al 61 (contro il 38 per cento italiano)”.

Una teledipendenza che si accompagna, dunque, ad una pericolosa “retrocessione culturale”. In Germania o in UK, ad esempio, almeno tre quarti della popolazione in un anno legge un libro, in Italia questo accade a poco più della metà della popolazione.

Non solo. Come racconta il Censis “il 61 per cento dei britannici che usa internet rende quasi vano il nostro apprezzamento per il fatto che, finalmente, il numero degli utenti italiani di internet ha raggiunto il 38% della popolazione. Viaggiamo a velocità differenti, e non solo nel campo della comunicazione digitale”.

“L’Italia corre – spiega il Censis – ma gli altri sono già molto lontani. Negli ultimi anni, infatti, in Italia abbiamo conosciuto un notevole incremento della capacità di accostarsi a un maggior numero di media per assolvere ai nostri bisogni informativi e comunicativi, ma questo sforzo non ci ha ancora collocato su di un piano analogo a quello dei grandi paesi europei. E il rischio che, pur muovendoci velocemente, le distanze possano ancora aumentare non è da escludere”.

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Pubblicato il
2 nov 2006
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