Londra (Regno Unito). Secondo WDSGlobal , società specializzata nel gestire l’assistenza telefonica di vari operatori e produttori, i venditori di sistemi di sicurezza per cellulari starebbero agitando lo spettro dei virus per incrementare le vendite dei loro software ma, in realtà, la minaccia per l’utente consumer sarebbe trascurabile . La denuncia è partita in quanto l’azienda, che smaltisce circa 100mila chiamate mensili per conto di Nokia, Sony-Ericsson ed altri big del settore, ha rilevato che su 250mila telefonate ricevute e monitorate nel primo trimestre del 2005 solo 10 riguardavano virus.
Insomma, si sostiene, i virus per smartphone sono un modo per incrementare le vendite dei software di protezione e di tenere alta l’attenzione degli utenti spingendoli ad acquistare le ultime novità per evitare pericoli, un’accusa che in passato è stata più volte rivolta in un contesto del tutto diverso anche ai produttori di software di sicurezza per computer, peraltro da anni letteralmente presi d’assalto da grandi quantità di codici malevoli diversi e in certi casi persino distruttivi.
Secondo WSDGlobal, la maggior parte dei virus per i telefonini colpisce solo le funzionalità avanzate degli apparecchi più intelligenti. Nessun pericolo, così, per la maggior parte degli utenti. Potrebbe dunque essere l’aumento dei cellulari di ultima generazione ad accrescere i rischi, che restano comunque molto limitati rispetto a quanto invece viene spesso ventilato dagli organi di informazione, talvolta su segnalazione di aziende interessate.
Non sembrano però convinti della marginalità di questi eventi alcuni esponenti di Alleanza Nazionale che martedì scorso hanno segnalato che sarebbe arrivato sui cellulari di tutti i propri deputati un messaggio con mittente “Cari.Be”, che avrebbe mandato in tilt i dispositivi di alcuni parlamentari. Dopo aver verificato che i cellulari di esponenti di altri partiti presenti a Montecitorio quel giorno non hanno ricevuto SMS di questo tipo, qualcuno in AN ha parlato di attacco telematico perché, come ha raccontato il deputato Maurizio Saia, “per infettare un cellulare tramite Bluetooth bisogna puntare un telefonino nel raggio di pochi metri”. E’ così iniziata la caccia alla strega o allo stregone che avrebbe architettato questo attacco di massa e che potrebbe portare persino all’intervento della Presidenza della Camera.
Ricerca infruttuosa, con ogni probabilità, visto che il virus in questione,”Cari.Be” appunto, infetta per costituzione i Nokia serie 60 (utilizzati appunto dagli esponenti di AN) su cui è montato il sistema operativo Symbian, clonando se stesso in tutti i telefonini i cui numeri sono presenti nella rubrica e inviando loro un messaggino con scritto “Cari.Be”. Dunque il gene impazzito potrebbe essere partito dal cellulare di un parlamentare di AN che, automaticamente e a insaputa del proprietario, avrebbe infettato i telefonini di tutti gli altri parlamentari aennini registrati in rubrica.