Chiacchiero e mi ricarico

Chiacchiero e mi ricarico

Una nuova ricerca coreana prospetta la possibilità di generare corrente per tenere in funzione un telefonino unicamente parlando. Pubblicato il primo studio, resta da fare tutto il resto
Una nuova ricerca coreana prospetta la possibilità di generare corrente per tenere in funzione un telefonino unicamente parlando. Pubblicato il primo studio, resta da fare tutto il resto

Generare sufficiente elettricità dalle onde sonore da poterci ricaricare un cellulare, o raccogliere energia elettrica con cui rifornire le centrali dal traffico automobilistico: sono due degli scenari applicativi che i ricercatori sudcoreani prospettano nel loro studio pubblicato su Advanced Materials . L’idea non è certamente nuova, ma Young Jun Park e Sang-Woo Kim dicono di aver ideato un nuovo approccio che porterà lontano.

Alla base del suddetto approccio vi è un network di nanocavi piezoelettrici composti di ossido di zinco, infilato a mò di sandwitch tra due elettrodi: “sparando” onde radio a 100 decibel contro il nano-sandwitch, i ricercatori hanno prodotto una corrente elettrica pari a 50 millivolt. Per contestualizzare i valori della ricerca, una conversazione produce in genere un suono da 60-70 decibel e uno smartphone ha mediamente bisogno di alcuni volt per funzionare.

La ricerca di Young Jun Park, Sang-Woo Kim e colleghi si inserisce nel filone dei dispositivi piezoelettrici ubiqui, un tipo di tecnologia che avrebbe il vantaggio di generare corrente elettrica dalle semplici attività di tutti i giorni come camminare, correre o appunto parlare al telefono.

Al momento è presto per ipotizzare di poter chiacchierare su uno smartphone per ricaricare il dispositivo, e gli scienziati sudcoreani ne sono consapevoli: la nostra ricerca è solo un proof-of-concept , avvertono , molto lavoro resta ancora da fare e col tempo il numero di millivolt dovrebbe aumentare sino a raggiungere un voltaggio sufficiente ad alimentare smartphone e non solo.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 15 set 2010
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