Chip fragili? HP ha le nanovitamine

Chip fragili? HP ha le nanovitamine

Il problema legato alla continua miniaturizzazione dei chip potrebbe portare a processori poco affidabili e duraturi. HP sembra aver trovato una parziale soluzione in scala nanometrica
Il problema legato alla continua miniaturizzazione dei chip potrebbe portare a processori poco affidabili e duraturi. HP sembra aver trovato una parziale soluzione in scala nanometrica


Roma – Ieri un ingegnere Intel , Padma Apparao, ha spiegato che più i circuiti dei processori diventano piccoli, più cresce il rischio che questi nascano o diventino difettosi. Secondo Apparao l’affidabilità dei chip potrebbe raggiungere un punto critico già al di sotto dei 50 nanometri: con le tecnologie di correzione degli errori tradizionali, infatti, le future generazioni di processori potrebbero diventare la fonte primaria di blocchi di sistema o errori di calcolo.

L’ingegnere Intel ha sottolineato che a livelli spinti di miniaturizzazione i processori diventano sempre più sensibili all’ambiente, e in particolare ai raggi cosmici, alle particelle alfa, ai campi elettromagnetici, all’ossidazione ed ai più piccoli difetti di produzione. Come ci si può aspettare, tutti i più grandi produttori di chip stanno cercando di migliorare le attuali tecnologie di processo e di sviluppare nuove soluzioni: una partita che si gioca sul campo delle nanotecnologie, nuova terra promessa del computing e della scienza in generale.

Più o meno nelle stesse ore in cui Apparao illustrava ai giornalisti quella che sarà la maggiore sfida tecnologica dei prossimi anni, HP ha annunciato di aver messo a punto una tecnica che consentirà di sfruttare i futuri chip anche in presenza di uno o più difetti. In pratica si tratta di un sistema che è in grado di far funzionare i nanocircuiti anche quando questi sono parzialmente difettosi.

La tecnica di HP, sviluppata in seno al progetto di ricerca sui dispositivi molecolari crossbar latch non risolve tutti gli effetti collaterali della miniaturizzazione dei chip, ma promette tuttavia di rendere i processori più affidabili e di abbassare notevolmente i loro costi di produzione.

HP ha spiegato che il metodo di correzione degli errori messo a punto dai propri ricercatori si basa sugli stessi principi alla base dei controlli d’integrità sui dati che vengono adottati nella trasmissione delle informazioni. Il colosso afferma che questo sistema sarà fondamentale per produrre in grandi volumi chip con circuiti in scala molecolare, soprattutto al di sotto dei 30 nm: a questo livello di miniaturizzazione, infatti, buona parte dei chip conterrà piccoli difetti di fabbricazione che, in assenza di un’adeguata tecnica per la correzione degli errori, costringerebbero i produttori a scartarli.

HP prevede che i crossbar latch, ovvero la sua alternativa ai transistor, verranno adottati dall’industria verso la metà del prossimo decennio.

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Pubblicato il 10 giu 2005
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