Chiude la risorsa italiana PCUP.com

Chiude la risorsa italiana PCUP.com

Il webmaster spiega che la crisi del mercato pubblicitario è alla base della scelta di concludere un'esperienza apprezzata da numerosi tecnofili italiani
Il webmaster spiega che la crisi del mercato pubblicitario è alla base della scelta di concludere un'esperienza apprezzata da numerosi tecnofili italiani


Roma – Il 31 maggio non saranno più visibili i tre siti che appartengono al network di PCUP.com . I gestori di questo spazio di informazione e discussione tecnologica hanno infatti annunciato di non poter più mantenere l’impegno a causa della contrazione delle entrate pubblicitarie.

L’annuncio della cessazione degli aggiornamenti e della successiva chiusura dei siti ha colpito i molti tecnofili italiani che consultavano regolarmente questa risorsa che era riuscita ad entrare anche tra le nomination del pur criticatissimo premio www de IlSole24Ore.

“A partire dal 13 maggio 2002 – si legge sulla home page di PCUP.com – cessano gli aggiornamenti di PCUP.com (i tre siti rimarranno visibili fino al 31 maggio). Gli alti costi di gestione e la crisi del mercato pubblicitario non permettono più il proseguo di quest’attività”.

“Da alcuni mesi inoltre, per motivi professionali – scrive Paolo Tessitore, curatore del sito – non mi è più possibile aggiornare il sito in modo soddisfacente e pertanto non ha più senso continuare ad offrire un servizio editoriale non all’altezza della situazione. Questa scelta è per me dolorosa alla luce della mia passione per l’Informatica e del grande successo riscosso da PCUP.com in questi anni (da ultima la nomination come miglior sito tecnologico al Premio WWW 2001 de Il Sole 24 Ore), ma risulta ormai inevitabile. Nel prendere coscienza di questo fatto ringrazio di cuore tutti coloro che hanno apprezzato, sostenuto ed anche giustamente criticato PCUP.com”.

Tessitore si dice anche impegnato nel trovare una soluzione per mantenere attivo almeno PCforum.it .

PCUP.com non è che l’ultima vittima del ridisegno del mercato pubblicitario e della difficile evoluzione di un settore che in Italia ha già spinto alla chiusura altre risorse note, come GIB, sito del gaming .

L’alternativa, ammesso che lo sia, della richiesta di abbonamenti o sottoscrizioni come via di sostentamento alle attività di produzione di contenuti e servizi a quanto pare non è percorribile dalle realtà che non dispongono di grandi risorse industriali alle proprie spalle.

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Pubblicato il
28 mag 2002
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