Cina: altolà ai post sul Papa

Cina: altolà ai post sul Papa

Il governo cinese non risparmia la comunità di credenti ed ammiratori e ricorre al solito giochino: oscurati commenti e preghiere apparsi su numerosi forum pubblici
Il governo cinese non risparmia la comunità di credenti ed ammiratori e ricorre al solito giochino: oscurati commenti e preghiere apparsi su numerosi forum pubblici


Pechino (Cina) – Mentre in Occidente e in particolare qui in Italia i media pubblici e privati si sono lanciati in un tripudio di servizi speciali, edizioni straordinarie e talkshow studiati ad hoc per commemorare la figura di Giovanni Paolo II, dall’altra parte del mondo la morte del Pontefice è stata semplicemente snobbata ed eclissata dalla censura governativa. Non solo sulla stampa e sui media tradizionali ma persino su Internet : accade sui portali cinesi Sina.com e Sohu .

Tutti i commenti ed i messaggi sulla morte del Papa sono stati misteriosamente rimossi dai moderatori , a partire dallo scorso lunedì. Infatti, molti dei 12 milioni di cattolici cinesi ufficialmente riconosciuti (appartenenti alla Chiesa Patriottica Cattolica), avevano approfittato dei forum pubblici per gridare il proprio dolore e dimostrare il proprio attaccamento al Santo Padre. Un comportamento che, secondo un amministratore di Sohu.com, “può causare molti problemi”. Proprio per questo, ma – va detto – in maniera assai subdola, “abbiamo fatto in modo che i messaggi scritti in onore del Papa risultassero visibili soltanto da chi li invia”, continua il responsabile del popolarissimo portale. “In Cina”, aggiunge, “abbiamo libertà di culto”. Una libertà sicuramente atipica, viste le numerose vicende penali che coinvolgono abitualmente religiosi di qualsiasi culto.

Quanto accaduto in occasione del decesso di Giovanni Paolo II non è una censura senza precedenti , viste le numerose tristi vicende verificatesi attorno al culto del Falun Gong. Il Partito Comunista Cinese, sin dai tempi della Rivoluzione Culturale, nutre infatti una profonda avversione per qualsiasi manifestazione pubblica di religiosità. Il governo è da tempo impegnato nel bloccaggio, specialmente sul fronte telematico, di qualsiasi esternazione riguardante “credenze pericolose e destabilizzanti per la società”. E’ questo il modo in cui le religioni vengono definite dal gergo amministrativo del PCC.

Ma la questione acquista una tonalità diplomatica : l’avversione della Cina nei confronti del Vaticano è infatti legata al riconoscimento da parte della Santa Sede dell’autonomia di Taiwan. Joseph Zen, ministro cattolico in una cattedrale di Hong Kong, è convinto che il Vaticano cambierà atteggiamento nei confronti di Beijing ? specie dopo la freddezza e l’ostilità dimostrata dopo la morte del Pontefice.

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Pubblicato il 7 apr 2005
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