Pechino – Il governo centrale ha intimato di adottare un rigido codice d’autoregolamentazione a tutti i più importanti siti del web cinese, tra i quali spiccano Sina , Sohu e Yahoo! . In breve, Pechino non vuole assolutamente che i giovani possano “accedere a contenuti poco sani, contrari alle tradizioni culturali della Cina”, come si legge in un comunicato pubblicato dall’agenzia stampa di stato Xinhua .
Il diktat delle autorità è chiaro e somiglia più ad un ordine che ad un’esortazione, vista l’asprezza della repressione cinese nei confronti dei cittadini non-allineati, degli scrittori scomodi e degli avversari politici: “Dovete autocensurarvi ed eliminare testi scomodi, foto e musica sconvenienti, contenuti illegittimi da blog, chat e videogiochi online”.
Una vera e propria chiamata alle armi che mira al coinvolgimento di tutta l’editoria online e dell’industria delle telecomunicazioni, con un occhio di riguardo per tutti i siti che offrono servizi di messaggistica o forum interattivi, tenuti sotto controllo da un’impressionante quantità di forze dell’ordine.
Un ordine preciso che ha immediatamente portato il primo operatore di telefonia cellulare, China Mobile , alla cancellazione immediata di oltre 19mila utenze invischiate in un giro di spam via SMS . Il fenomeno è relativamente nuovo ed ha portato alla nascita di un sistema nazionale per il filtraggio degli SMS, doppiamente utile: se da una parte tutela i consumatori dalle truffe telefoniche , dall’altra serve al governo per tenere sotto controllo la popolazione ed evitare “passaparola” politici tra le masse.
Il premier Wen Jiabao, d’altro canto, l’aveva detto : “In Cina non esiste alcuna censura”.
Impossibilitate ad oscurare una miniera di denaro come Baidu , il primo motore di ricerca sul mercato cinese, in questo caso le forze dell’ordine si “limitano” a sorvegliare con estrema cautela la miriade di siti del web cinese e specialmente i numerosi portali interamente dedicati ai giovani, troppo proficui per essere eliminati. Laddove i sistemi di filtraggio non possono arrivare, la polizia telematica cinese ha addirittura inventato una sorta di certificazione per far sentire la propria presenza agli utenti.
Tommaso Lombardi