Cina, giro di vite contro siti e newsgroup

Cina, giro di vite contro siti e newsgroup

I siti di informazione potranno pubblicare solo notizie approvate dalla commissione di controllo governativa e sui gruppi di discussione non si potrà parlare di una serie di argomenti
I siti di informazione potranno pubblicare solo notizie approvate dalla commissione di controllo governativa e sui gruppi di discussione non si potrà parlare di una serie di argomenti


Pechino (Cina) – Hanno assicurato ai governi occidentali con cui fanno affari che i diritti civili e le libertà individuali sono la mèta di un percorso già iniziato ma ora le autorità cinesi dimostrano con nuove mazzate di censura su internet che la direzione intrapresa è tutt’altra.

L’Ufficio all’informazione del Consiglio di stato, in pratica l’organismo che supervisiona i nuovi media, ha dettato nelle scorse ore nuove linee guida a cui già da qualche ora si attengono siti e provider. Si tratta di regole pensate per impedire la disseminazione su internet di informazioni politicamente scomode ma anche per ostacolare il dibattito su argomenti considerati “delicati” dal regime.

Secondo il quotidiano inglese The Times , in un incontro con i principali operatori cinesi, i funzionari dell’Ufficio nei giorni scorsi hanno chiarito che non sono ammessi siti di informazione o pubblicazioni informative che non siano state preventivamente autorizzate dal governo. Allo stesso modo verrà considerato “sovversivo” ospitare forum e gruppi nei quali si discuta di argomenti come i problemi economici e politici del paese, questioni che si ritiene, evidentemente, possano mettere in difficoltà il Partito Comunista al potere.

Va detto che in Cina questo genere di iniziative sono tutt’altro che nuove e non hanno mai richiesto una “giustificazione” reale dinanzi ad una opinione pubblica che vive di media monitorati e controllati. Proprio internet da tempo scalfisce il quadro dell’informazione sottoposta agli umori governativi, da qui le derive censorie che ora vengono integrate organicamente nelle procedure repressive già attuate al di fuori della rete.

Il quadro che si delinea ora è quello di siti di informazione che possono pubblicare soltanto notizie prese da quotidiani cartacei che hanno già superato le commissioni di censura e il divieto di consentire la pubblicazione di commenti da parte degli utenti in assenza di una moderazione “a priori”. Questo consentirà alle autorità di ritenere responsabili di eventuali contenuti “lesivi” anche i gestori dei siti o i provider.

Non si può escludere che le nuove linee guida siano dovute all’imminente congresso del Partito e al desiderio dei suoi vertici che tutto “fili liscio” senza imbarazzanti contestazioni. Ma, in un paese dove già ora i principali network internet hanno praticamente abolito l’accesso ai forum , questa speculazione non sembra sufficiente a giustificare effetti così profondi sulle già scarsissime libertà dei cittadini.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
27 feb 2004
Link copiato negli appunti