Cina, niente pubblicità hard

Cina, niente pubblicità hard

Pechino vuole arginare le dilaganti pubblicità osé sulla rete: niente più frasi solleticanti, foto troppo colorate e giochini erotici. La pena? Revoca di licenze e strali del governo
Pechino vuole arginare le dilaganti pubblicità osé sulla rete: niente più frasi solleticanti, foto troppo colorate e giochini erotici. La pena? Revoca di licenze e strali del governo

I cinesi vivono la rete circondati da spam pornografico, siti osé e Viagra venduto da sedicenti farmacie online: 6000 siti , che vendono sex-drugs condite con immagini più o meno trasgressive, sono stati individuati dalle autorità come servizi illegali. Non è infatti consentito pubblicizzare pilloline, supplementi e giochini in modo così esplicito.

“Alcuni prodotti audio-video, in nome della salute sessuale e dell’educazione sessuale, ma privi di qualsiasi contenuto scientifico, impiegano immagini molto colorite o frasi contenenti parole piccanti per attirare la clientela”, dice un recente comunicato del Governo cinese.

Il prossimo mese, spiega People Daily Online , partirà una “campagna per la pulizia del cyberspazio “, progettata dal Governo lo scorso dicembre. Il provvedimento è stato stilato da 12 ministri, di concerto con l’Amministrazione di Stato per l’industria e il commercio e con il Ministero della Salute.

L’obiettivo dichiarato è “arginare il dilagare di pubblicità illegali circa integratori alimentari, droghe e accessori legati al sesso”. Si prospetta così la chiusura per quasi 200 siti e la “rettifica” per 130. Ma non basta. La lista dei diktat riserva altre sorprese, su cui si dilunga il quotidiano:

Le aziende che utilizzano pubblicità basata sul sesso per promuovere l’impiego di sostanze correlate rischiano la chiusura.

Le agenzie di design che producono e rilasciano pubblicità “volgari” dovranno vedersela con la legge sulla pubblicità.

Chi sarà colto in grave violazione della legge o di nuove regole potrebbe vedersi revocato il permesso di operare in campo pubblicitario.

I siti che ospitano pubblicità illegali debbono immediatamente rimuoverle non appena ne viene fatta richiesta ai loro titolari dalle Autorità. I siti che non rispetteranno tali disposizioni verranno chiusi.

Per l’occasione, i responsabili della salute pubblica e delle agenzie governative sono stati adeguatamente indottrinati, con lo scopo di controllare attentamente le pubblicità online che riguardano medicinali e istituti di cura e riferire prontamente alle Autorità ogni presenza di contenuti offensivi.

Marco Valerio Principato

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Pubblicato il
10 gen 2008
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