Cina, niente satira su YouTube?

Cina, niente satira su YouTube?

Controversa decisione dell'amministrazione di Chongqing, la più popolosa municipalità cinese: niente video satirici su YouTube e servizi simili, pena multe salatissime
Controversa decisione dell'amministrazione di Chongqing, la più popolosa municipalità cinese: niente video satirici su YouTube e servizi simili, pena multe salatissime

Chongqing (Cina) – La più grande città della Cina continentale, Chongqing, ha varato nuove leggi per regolamentare l’uso e punire l’abuso della diffusione di audiovisivi online. Gli utenti che utilizzano servizi come YouTube dovranno stare attentissimi a non propagare alcun tipo di satira o “diffamazione” in formato video: dalla parodia di un film in commercio fino a tentativi di revisionismo storico a colpi d’ironia. Chi sgarra dovrà pagare una multa pari a circa 580 euro, riferisce l’agenzia stampa Xinhua .

In questa maniera le autorità ora sperano di porre fine alla moda dei cosiddetti “egao”, filmati autoprodotti come Il Caso del Panino Insanguinato : spesso si tratta di videomontaggi che usano spezzoni di film famosi per dar vita a parodie. Lo scorso agosto, ad esempio, un personaggio di nome Hu Ge fece scalpore per aver creato un video piuttosto particolare: “Scoppiettante Stella Rossa”, una parodia di 10 minuti che sbeffeggia la Rivoluzione Culturale di Mao utilizzando una nota pellicola propagandistica del 1974.

Il caso fece andare su tutte le furie i membri del Partito Comunista, che hanno elaborato precise direttive antisatira . “È proibito fare satira su altre persone o su fenomeni sociali utilizzando Internet”, dice l’agenzia Xinhua. La municipalità di Chongqing è finora l’unica provincia della Repubblica Popolare ad avere recepito le indicazioni del governo centrale su questo fenomeno, scrivono i quotidiani locali.

Le modalità con cui questo divieto verrà applicato, almeno per il momento, sono ancora avvolte nel mistero. Tuttavia è certo che, secondo alcune recenti norme, soltanto alcuni siti autorizzati dal governo possano diffondere audiovisivi sul Web e permettere la distribuzione di materiale autoprodotto: YouTube sarà il prossimo bersaglio della censura cinese ?

Hu Ge, in una recente intervista a cura di Beijing News , non sembra avere paura delle nuove restrizioni all’orizzonte: “Se mi proibiranno di pubblicare le mie cose sul Web”, ha detto Hu, “le spedirò in giro con i vari servizi peer-to-peer disponibili”.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
18 ott 2006
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