Roma – Crolla l’ultima leggenda sul valore dei prodotti cinesi nel settore IT. Secondo l’ultimo rapporto dell’ Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo (OCSE) la Cina è diventata ufficialmente il più grande ed importante esportatore mondiale di tecnologia , facendo scendere gli Stati Uniti al secondo posto.
Nel 2004 il “gigante giallo” ha esportato beni hi-tech per un valore di 180 miliardi di dollari, ben 31 miliardi in più degli Stati Uniti. Rispetto al 2003 la crescita è stata valutata nel 46%. Una notizia allarmante per le aziende d’oltreoceano che certamente sono rimaste spiazzate dall’arrembante politica commerciale cinese, culminata nell’ acquisizione da parte di Lenovo della storica divisione PC di IBM .
“Questa è la conferma che l’economia cinese ha compiuto un vero salto di valore. E’ passata dalla produzione di semplici manufatti a quella di sofisticati prodotti elettronici. Inoltre, è riuscita a bilanciare perfettamente l’import e l’export raggiungendo un volume di affari nell’IT di 329 miliardi di dollari”, ha dichiarato Arthur Kobler, presidente della sede AT&T cinese.
Gli esperti concordano sul fatto che la Cina sia diventata anche una realtà di riferimento per la standardizzazione dei prodotti : telefonia, fotografia digitale, soluzioni wireless dominano il mercato globale. “Senza barriere commerciali l’IT cinese è cresciuto molto più velocemente. La geopolitica ha contato non poco in questa espansione”, ha dichiarato Li Hui, responsabile del dipartimento ricerca presso la banca d’investimento CLSA .
La preoccupazione per la forza del motore cinese ha raggiunto anche le alte cariche militari statunitensi . “L’esercito cinese sta sviluppando velocemente tutte le tecnologie militari che gli Stati Uniti stanno implementando”, ha confermato Rick Fisher, vice presidente del International Assessment and Strategy Center di Washington. La Commissione per la United States-China Economic and Security Review ha già riferito al Congresso lo scorso novembre le criticità del settore privato militare sempre più globalizzato e meno controllato .
Le aziende occidentali più importanti, come Intel, Nokia, Motorola, Microsoft e Cisco Systems, negli ultimi anni hanno investito ingenti capitali in Cina. Tutto questo, secondo il Ministro del Commercio cinese, ha agevolato la crescita del comparto, tanto più che nel 2004 il 90% delle esportazioni ha riguardato aziende locali finanziate dall’estero.
I produttori leader nel settore dei circuiti integrati, però, hanno evitato di realizzare stabilimenti produttivi e nella maggior parte dei casi hanno lasciato alla Cina solo l’assemblaggio. Per questo motivo, comunque, il grande colosso sembra ancora dipendere pesantemente dal know-how straniero . “Alcune aziende locali hanno intrapreso la via dello sviluppo, in futuro potranno esserci sorprese. L’Università Tsinghua, ad esempio, ha realizzato un processore che ha le stesse prestazioni di un Intel Pentium II”, ha aggiunto Li Hui.
“La Cina sta per diventare un innovatore e, come sappiamo, ha le disponibilità finanziarie per trasformare le idee in qualcosa di concreto”, ha dichiarato Rick Fisher, analista militare.
Dario d’Elia