Cina, stop alle SIM non registrate

Cina, stop alle SIM non registrate

Nel tentativo di contrastare l'uso politico e criminoso della telefonia mobile, Pechino vara l'obbligo di registrazione per circa 380 milioni d'utenti nazionali
Nel tentativo di contrastare l'uso politico e criminoso della telefonia mobile, Pechino vara l'obbligo di registrazione per circa 380 milioni d'utenti nazionali


Pechino (Cina) – Le campagne nazionali di repressione contro gli SMS criminali e contro i truffatori telefonici non sono riuscite a contrastare l’abuso della telefonia mobile , pertanto il ministero dell’informazione della Repubblica Popolare Cinese ha istituito l’ obbligo di registrazione anagrafica per qualsiasi possessore di carta SIM.

Una strategia di controllo molto semplice, in linea con quanto avviene nella maggior parte dei paesi occidentali, mirata a facilitare l’ identificazione di criminali e prevenire l’uso sovversivo dei mezzi di comunicazione telefonici, spesso impiegati per fomentare rivolte o creare controinformazione.

Gli oltre 380 milioni di utenti della grande Cina, a partire dal mese prossimo, dovranno provvedere personalmente a registrarsi presso appositi uffici statali o semplicemente rivolgendosi alle filiali dei grandi operatori nazionali, China Unicom e China Mobile . La nuova norma prevede la sospensione della SIM per chiunque non provvederà alla registrazione, stranieri e visitatori inclusi.

Secondo Chen Yuping, portavoce del ministro delle telecomunicazioni, intervistato dal Quotidiano del Popolo , “gli utenti hanno due opportunità: creare un abbonamento mensile oppure acquistare una SIM prepagata, registrandosi regolarmente presso il rivenditore”. Attualmente più di 200 milioni di utenti utilizzano carte prepagate, molte delle quali “abusive e non registrate”, sottolinea Chen.

L’agenzia di stampa statale, Xinhua , prevede che entro il 2008 il numero di possessori di SIM arriverà all’esorbitante quota di 600 milioni , sorpassando di gran lunga la somma degli utenti telefonici europei e statunitensi.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
5 dic 2005
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