Cinema, la pirateria dilaga in Italia

Cinema, la pirateria dilaga in Italia

Lo afferma l'industria che presenta le cifre 2003 che parlano di contraffazione e mercato nero. FAPAV: un problema anche Internet. Il Governo non intende cancellare il DL Urbani e, anzi, rilancia, questa volta pensando ai provider
Lo afferma l'industria che presenta le cifre 2003 che parlano di contraffazione e mercato nero. FAPAV: un problema anche Internet. Il Governo non intende cancellare il DL Urbani e, anzi, rilancia, questa volta pensando ai provider


Firenze – 4,2 miliardi di euro: questa l’entità di danni che l’industria dell’audiovisivo italiana ha calcolato per il nostro paese nel corso del solo 2003. Dati che sono stati annunciati ieri dalla Camera di Commercio americana ma che sono basati sulle indagini di FAPAV , la Federazione contro la pirateria sul cinema e l’audiovisivo.

Stando all’indagine, i sequestri di materiale pirata, in particolare CD e DVD illegalmente masterizzati e distribuiti sul mercato nero, non sono superiori ad un decimo di quello che gira al di fuori della distribuzione ufficiale, segno evidente di quanto sia florida l’attività dei pirati e della criminalità organizzata. “I 335.800 DVD e VD pirata sequestrati negli ultimi mesi in tutta Italia – hanno spiegato gli autori della ricerca – rappresentano soltanto la decima parte del numero di copie contraffatte presenti sul mercato”.

Stando ai dati, come già accade peraltro con la pirateria sulla musica, il software o i videogiochi, ulteriori danni vengono calcolati a carico dell’Erario . Stando allo studio, nel 2003 il Fisco ha perso 1,5 miliardi di euro a causa dell’evasione dell’IVA nel commercio illegale.

Alla sensazione dichiarata dagli esperti sul fatto che quanto emerge sulla pirateria dell’audiovisivo sia ancora una stima conservativa rispetto alla vera portata della criminalità del settore, contribuisce anche lo scambio di file su internet . Si ritiene infatti che l’uso del file sharing per il download di film sia in forte aumento e si stima che ogni giorno nel 2004 siano stati scambiati mediamente la bellezza di 1.300 opere protette audiovisive.

Sebbene proprio FAPAV abbia recentemente dichiarato che internet non rappresenta la maggiore preoccupazione per i produttori, che vorrebbero invece una repressione più severa della pirateria tradizionale, all’incontro di Firenze in cui sono stati presentati i dati 2003 è intervenuto anche il Governo sottolineando che questo invece rimane un importante fronte di lotta .

Gian Carlo Innocenzi, sottosegretario alle Comunicazioni, ha spiegato che “sono necessari limiti più severi allo scambio di materiale audiovisivo in rete, per salvaguardare l’industria audiovisiva italiana senza per questo penalizzare il settore degli Internet Service Provider che tanto contribuiscono alla alfabetizzazione informatica degli italiani e alla crescita di Internet nel nostro paese”. “Per questo – ha spiegato Innocenzi – ci stiamo adoperando affinché il decreto Urbani (…) rappresenti un’attenta opera di mediazione”.

Proprio sul DL Urbani è ieri intervenuta in altra sede anche l’ ANEC , l’associazione che raccoglie gli esercenti cinema, affermando che occorre vigilare contro la creazione di “zone franche” su internet, che rimane un mezzo interessante ma che può talvolta dimostrarsi dannoso. “Mentre esprime fiducia nel raziocinio e nel buon senso dei parlamentari chiamati a decidere su concetti di legalità e di tutela del diritto d’autore almeno garantendo il mantenimento delle tutele vigenti – ha spiegato l’Associazione – ANEC rinnova la richiesta di un potenziamento e un maggior coordinamento dei controlli, in linea con quanto sta avvenendo in altri paesi e auspicando che il Governo si faccia promotore di un coordinamento di forze anche a livello europeo”.

Domani intanto riparte alla commissione Cultura della Camera dei Deputati l’esame del provvedimento di conversione in legge del decreto Urbani ( qui in.pdf).

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Pubblicato il 20 apr 2004
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