Cloud computing, le scuse non bastano

Cloud computing, le scuse non bastano

Avviate alcune cause legali contro T-Mobile e Microsoft/Danger, accusate di negligenza e false asserzioni dopo la sparizione dei dati appartenenti agli utenti Sidekick. Intanto, Redmond continua a dire che i dati torneranno
Avviate alcune cause legali contro T-Mobile e Microsoft/Danger, accusate di negligenza e false asserzioni dopo la sparizione dei dati appartenenti agli utenti Sidekick. Intanto, Redmond continua a dire che i dati torneranno

“T-Mobile e i suoi provider avrebbero dovuto prestare maggiore attenzione all’utilizzo di tecnologie di backup in modo da prevenire una perdita di dati come questa”. Questo il monito con cui l’avvocato Ira Rothken ha illustrato le motivazioni che hanno portato alcuni utenti dello smartphone Sidekick ad avviare una serie di cause legali contro T-Mobile e Microsoft , accusate principalmente di negligenza e false asserzioni in relazione alla sparizione improvvisa di dati personali dopo l’inconveniente tecnico che ha colpito il server gestito da Danger.

“Ci auguriamo – ha continuato Rothken – che T-Mobile faccia la cosa più giusta, correggendo un sistema visto come un nuovo standard per il cloud computing e soprattutto provvedendo al completo risarcimento degli utenti che hanno perduto i propri dati”. Era prevedibile che la storia non si sarebbe conclusa con le più sentite scuse da parte dell’operatore: un pugno di utenti si è rivolto ad una corte federale californiana, puntando il dito contro la presunta incuria con cui Danger avrebbe gestito la Storage Area Network durante un aggiornamento .

Non è dunque bastata l’offerta annunciata da T-Mobile a tutti quegli utenti che avevano perso email e liste di contatti in maniera permanente: le azioni legali hanno chiesto un risarcimento economico oltre all’obbligo da parte di Danger di ripristinare completamente i Sidekick e smetterla di continuare a pubblicizzarli se non scevri da sparizioni improvvise all’esaurimento della batteria. Quello che ha fatto andare in bestia gli utenti è stata proprio la promessa fatta loro dall’operatore al momento dell’acquisto del dispositivo, svanita nel nulla con il problema tecnico dei giorni scorsi.

“T-Mobile e Microsoft – ha spiegato un altro avvocato coinvolto nel caso, Jay Edelson – avevano promesso di salvaguardare i dati personali dei propri utenti e poi sono cadute su uno dei principi più basilari nell’ambito della protezione dei dati stessi. Quello che è successo è da considerarsi inimmaginabile ai nostri tempi”. Edelson è stato assoldato dalla madre di un’aspirante modella e cantante statunitense, che ha perso le uniche copie delle sue canzoni originali dopo aver acquistato uno smartphone che le aveva promesso la salvaguardia dei dati indipendentemente da eventuali problemi al dispositivo.

Sono emersi, tuttavia, casi di utenti che hanno assistito all’ improvvisa resurrezione di dati apparentemente persi per sempre . Come ha riportato uno di questi, pare che liste di contatti siano state ripristinate dopo l’accensione del dispositivo mobile. Voci non confermate interne a Microsoft hanno poi spiegato che potrebbe essere imminente il ripristino totale delle informazioni.

Gli avvocati coinvolti nelle cause hanno poi fatto presente qualcosa che potrebbe andare al di là dell’eventuale ripristino dei dati, illustrando una situazione legata all’utilizzo dei Sidekick. “A complicare la questione sulla perdita dei dati – hanno spiegato in sintesi i documenti depositati – c’è il fatto che Sidekick, al contrario di iPhone e BlackBerry, non è stato sviluppato per la sincronizzazione locale con un personal computer senza il bisogno di hardware e software appositi. Questo significa che molti utenti non sono stati capaci di fare il backup dei dati in locale, costretti a confidare esclusivamente nei tecnici di Microsoft e Danger”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
15 ott 2009
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