Milano – “Un fenomeno positivo”: così si è espresso ieri il leader della CGIL Sergio Cofferati parlando della New Economy. “La cosiddetta New Economy, ha detto, sta generando occasioni di lavoro e anche stimolando un utilizzo mirato di tante forme di risparmio. Credo che sia importante l’uso di queste tecnologie, non soltanto per le funzioni che risolvono in sé ma anche perché, connesse con le attività tradizionali, possono dare maggiore forza a queste attività”.
Dopo le ripetute dichiarazioni degli scorsi giorni del governatore di Bankitalia Antonio Fazio, alcuni hanno visto nelle parole di Cofferati una sorta di ripetitore sul fronte sindacale, fronte delicatissimo sul piano delle riforme del lavoro necessarie PER abbracciare le opportunità della “nuova economia”. Cofferati ha anche affermato che il momento è da afferrare al volo “soprattutto in alcuni territori che hanno avuto nell’arco dei decenni passati, penso alla Lombardia ovviamente, una parte della loro storia legata alla qualità delle infrastrutture che offrivano alle imprese che qui si insediavano”.
Intanto Enrico Manca, presidente dell’ISIMM, ha affermato ieri a Roma che per affrontare i vantaggi della nuova economia serve prima di tutto un piano nazionale di connettività e sviluppo delle nuove tecnologie, “uno sforzo di tutte le componenti istituzionali, politiche e sociali del paese affinché l’Italia entri da protagonista negli sviluppi della Nuova Economia”. Secondo Manca è necessario che i presidenti delle regioni che usciranno dalle prossime elezioni si dotino di “un assessore con delega all’innovazione tecnologica, sull’esempio del governo centrale che con questo ha impresso un dinamismo qualitativo alla sua azione in questo campo”.