Washington (USA) – Non cala la tensione sul “megahacking”, quando furono aggrediti con successo via internet alcuni dei siti più conosciuti tra quelli americani dedicati all’ecommerce e ai servizi di rete. Non cala anche perché, come sostiene l’ FBI , le aggressioni cyber continuano, questa volta ai danni di siti al di fuori degli Stati Uniti, in particolare in America Latina.
Difficile dire quante di queste aggressioni si sviluppino con il sistema del Denial of service con cui colossi come Yahoo e Amazon sono stati “buttati fuori” dalla rete; di sicuro si sa che l’FBI, di concerto con alcune autorità straniere, ha aperto 17 nuovi filoni di indagine sul megahacking. Ma gli autori dell’aggressione, avvertono gli osservatori americani più informati, sono ben lontani dall’essere individuati.
Una delle ipotesi, comunque, è che molte delle azioni successive al “megahacking” siano in realtà delle “brutte copie” di imitatori che altrove, e magari contro siti “meno difesi”, intendono ripetere le “cyber gesta” che hanno avuto così grande risalto sui media di tutto il mondo.