Con la TAT si paga di più

Con la TAT si paga di più

Scatti? No. Minuti? Sì, persino secondi. Ma anche call set up, chilometraggi improbabili e disservizi informativi. Tutti i calcoli per capire
Scatti? No. Minuti? Sì, persino secondi. Ma anche call set up, chilometraggi improbabili e disservizi informativi. Tutti i calcoli per capire


Roma – La TAT costa di più e, per capirlo, occorre naturalmente soffrire, perché sottrarre conoscenza, o annebbiare le menti, è un’antica via della conservazione dello status quo. Partiamo quindi dall’inizio.

La TAT abolisce gli scatti e ogni telefonata è misurata a tempo. In aree urbane il costo di ogni minuto di conversazione è pari a 30,6 lire più Iva in orario di punta e 17,7 lire più Iva nelle altre fasce orarie. Come orario di punta Telecom Italia individua le fasce 8-18,30 dal lunedì al venerdì e 8-13,00 il sabato. A questo costo va aggiunto, naturalmente, il canone maggiorato (36mila lire ogni due mesi) e lo scatto alla risposta che ora si chiama “call set up” pari a 100 lire.

Il call set up non va sottovalutato perché se ogni abbonato Telecom facesse una telefonata al giorno, comunque all’azienda arriverebbero 2 miliardi e mezzo di lire, cioé 100 lire di call set up per 25 milioni di abbonati. Quindi nei prossimi due mesi, il periodo della bollettazione, sempre che tutti facciano anche una brevissima telefonata, ma tutti i giorni, per dire chessò “non mi telefonare più”, Telecom intascherà 150 miliardi puliti puliti. Anche l’Iva è esclusa…

Ma dov’è il “trucco”? Dichiarando il contrario, Telecom ha aumentato il costo delle telefonate urbane, quelle che tutti possiamo fare solo passando per forza attraverso i suoi servizi, i suoi canoni e i suoi abbonamenti. Ecco come.

Con la TUT, in tariffa di punta e urbana, dieci minuti di conversazione costavano, Iva esclusa, tre scatti, ovvero 381 lire. Con la TAT si pagano le 100 lire iniziali e 30,6 lire al minuto, ovvero 406 lire.

Rimanendo alle urbane a tariffa intera, su quindici minuti con la TUT si pagavano 4 scatti, ovvero 508 lire. Con la TAT si pagano 559 lire, cioè 30,6 moltiplicato 15 più 100 lire di call set up.

Quindici non è un numero casuale perché dal 15esimo minuto in poi ogni minuto con la TAT costa il 10 per cento in meno. Conviene? Per capirlo si prenda una conversazione di 20 minuti.
Con la TAT si pagheranno 559 lire fino al 15esimo minuto, più 138 lire fino al 20esimo con lo “sconto” che porta il costo al minuto a 27,6 lire. Venti minuti di conversazione urbana intera con la TAT costano così 697 lire.
Con la TUT venti minuti equivalevano a cinque scatti, ovvero 635 lire. Anche con lo “sconto”, quindi, la TUT era più conveniente.

Basta? No, se si pensa che Telecom Italia propaganda la TAT come un modo per risparmiare fino al 30 per cento. Basta chiamare il 187 e ascoltare il nastro registrato: quello è lo slogan, l’evidenza è secondaria. Come sempre.


“Per Internet non cambia alcunché”: questa la frase con cui i diversi operatori commerciali rispondono a chi fa domande. “Perché, spiegano, gli sconti per la Formula Internet verranno adattati alla nuova tipologia di tariffazione”. Quindi quel 50 per cento a cui ci aggrappiamo in tanti continuerà ad esistere.

Eppure noi sappiamo, dai calcoli di cui sopra, che ora le telefonate costano di più. Il che vuole dire che, sconti o non sconti, da questo mese tutti gli utenti internet che utilizzano i servizi Telecom per collegarsi, ovvero la stragrande maggioranza perché in ambito urbano e quindi senza alternative, pagheranno di più. E la convenienza della Formula Internet si riduce.

I poveretti che non lavorano e chiamano in città ma si ostinano a voler vivere in provincia hanno da vedersela ancora una volta con i distretti, le Aree locali e le altre demenze che Telecom e Legislatore hanno provveduto a usare come strumento di potere negli anni.

Basta guardare la “differenziazione chilometrica”, oggi attiva su tre tipi di telefonata, quelle che partono da un prefisso e si collegano ad un prefisso diverso. Sono tre tipi perché in questo caso sono tre le fasce di tariffazione, 0-15 km, 15-30km e oltre 30km. Sulle “interdistrettuali” le tariffe applicate sono tutt’altro che leggere.
Lo scatto alla risposta, pardòn, il call set up, è di 127 lire più Iva. Ogni minuto in orario di punta fino a 15 km costa 101,6 lire più Iva, 190,5 lire più Iva tra i 15 e i 30 Km e 265,5 lire più Iva oltre i 30 Km. Chi ha il coraggio di chiacchierare 20 minuti con l’amico di campagna?


Roma – Sappiamo che Telecom ha rimescolato le carte per aumentare le urbane e farsi passare come benefattrice. Abbiamo visto come lo fa. Ma perché continua a sostenere, del tutto anacronisticamente e contro ogni interpretazione tecnologica, che una telefonata a 15 chilometri sia diversa da una tra i 15 e i 30 e che questa sia a sua volta diversa da una oltre i 30 chilometri? Lo fa, e non serve alcuna malizia, per sfruttare finché può quel monopolio.

Se però chiedete al 187 delucidazioni in merito, un operatore vi spiegherà come il “prezzo distrettuale” abbia unificato in una unica tariffa tutte le chiamate effettuate anche tra distretti diversi, ma tra abbonati dotati dello stesso prefisso. Solo se il prefisso è diverso, dirà l’operatore commerciale, allora scatta la tariffazione a chilometro tipico delle interdistrettuali.

Se chiamate una seconda volta e parlate come abbiamo fatto noi con un altro operatore, questa differenziazione non emerge. Il secondo operatore sosterrà invariabilmente che se si chiama in distretti diversi scattano le tariffe a chilometro, prefisso o non prefisso. Una raccomandazione: non chiedete le distanze calcolate da Telecom tra comune e comune perché qualcuno potrebbe sentirsi male. Provare per credere. C’è anche un numero verde, una sorta di Luna Park virtuale, allo 800.187.800. Un numero davvero speciale attivo però soltanto dal lunedì al venerdì dalle otto alle otto.

Nella speranza che il “prezzo distrettuale” dei comunicati Telecom significhi che chi chiama una persona che si trova in un altro distretto ma con lo stesso prefisso paghi quel prezzo e non un altro, in orario di punta si sborsano 42,3 lire al minuto più Iva e 21,2 lire al minuto più Iva in “fascia bassa”. Più il “call set up” che in questo caso non è più di 100 ma di 127 lire più Iva.

Allegria.

Robinson

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Pubblicato il 3 nov 1999
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