Condannato Humpich l'antiBancomat

Condannato Humpich l'antiBancomat

Poteva vivere alla grande, ma ha preferito rendere nota la sua scoperta. La reazione delle banche francesi ha portato ad una sua condanna. Una vecchia storia di cecità tecnologica
Poteva vivere alla grande, ma ha preferito rendere nota la sua scoperta. La reazione delle banche francesi ha portato ad una sua condanna. Una vecchia storia di cecità tecnologica


Parigi – Del suo caso si è parlato a lungo perché ai media internazionali appariva incredibile che un ingegnere avesse scoperto un modo “sicuro” per rubare una quantità qualsiasi di soldi dai bancomat francesi senza approfittarne. Eppure questa è la storia di Serge Humpich che, dopo aver tentato di vendere all’associazione delle banche francesi la propria scoperta, è stato accusato di tentata frode. E ora è arrivata la condanna.

Humpich, che non ha mai sottratto al sistema bancomat francese un solo franco, è stato riconosciuto colpevole di “scasso e accesso fraudolento” ai dati di sistema dei server bancari. La condanna ammonta a 10 mesi di carcere che la condizionale consentirà ad Humpich di non passare tra le quattro mura di una cella.

L’ingegnere aveva trovato un modo per ingannare i sistemi di sicurezza grazie al cracking di un algoritmo di comunicazione tra le card bancarie e le macchine di erogazione del denaro. A Liberation, che lo ha prontamente intervistato, l’ingegnere oggi 36enne ha spiegato: “era da pazzi. Potevo comunicare con i computer centrali ed entrare in qualsiasi rete bancaria. Ero l’unica persona al mondo a poter sottrarre 15mila franchi ogni quarto d’ora e comprare tutto quello che avessi voluto”.

Humpich, dopo la denuncia di Cartes Bancaires al ministero degli Interni, fu arrestato lo scorso settembre e perse il lavoro. Il suo avvocato in aula ha inutilmente cercato di spiegare che la scoperta di Humpich va considerata un progresso scientifico. L’accusa lo ha invece descritto come “un malato piccolo truffatore”. Humpich ha comunque annunciato che ricorrerà in appello.

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Pubblicato il 28 feb 2000
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