Convergenza fisso-mobile, Agcom indaga

Convergenza fisso-mobile, Agcom indaga

I servizi convergenti degli operatori saranno al centro di un'indagine che l'Authority TLC avvierà nel corso della settimana
I servizi convergenti degli operatori saranno al centro di un'indagine che l'Authority TLC avvierà nel corso della settimana

Roma – Sarà avviata domani, da parte dell’ Authority per le Comunicazioni , un’indagine conoscitiva sui servizi “convergenti” di telecomunicazioni. L’indagine verterà “sulle attuali offerte di servizi convergenti di telefonia fissa e telefonia mobile, per verificare la loro replicabilità da parte di tutti gli operatori”.

Lo ha annunciato il commissario Enzo Savarese, durante il Forum annuale sulle telecomunicazioni organizzato da The Economist conference . Nell’indagine dovrebbe trovare posto anche la possibilità di introduzione della figura dell’MVNO, sigla con cui si descrive un “operatore virtuale di telefonia mobile”.

Al centro dei lavori le innovazioni del mondo TLC con le relative conseguenze: diffusione del broadband, VoIP, IPTV e, appunto, la possibilità di replicare le offerte convergenti dell’incumbent da parte degli altri operatori.

Al riguardo, il direttore degli affari regolamentari di Telecom Italia Sergio Fogli ha dichiarato: “Il Voip non è solo un modo per fare telefonate a basso costo, ma tutta la nuova tecnologia IP è un’opportunità di fornire servizi a valore aggiunto alla clientela”. Fogli ha poi aggiunto che esisterà “una pluralità di offerte e di piattaforme” sulla tecnologia IP, e pertanto presto si assisterà alla creazione di un mercato competitivo, in cui Telecom non sarà l’unico attore.

Posizione che potrebbe essere ritenuta confortante dagli operatori alternativi all’incumbent, ma che non ha tranquillizzato Tiscali e Tele2 , che hanno sottolineato i vincoli a cui l’Italia avrebbe sottoposto l’introduzione del VoIP e soprattutto la rilevata indisponibilità di un’offerta wholesale di connettività ADSL “solo dati” svincolata dal canone telefonico tradizionale.

“Il Voip è un servizio voce – ha lamentato Sergio Cellini, amministratore delegato di Tiscali – con la differenza che non devo pagare il canone utilizzando la tecnologia IP. Non siamo in presenza di una tecnologia che si può utilizzare solo per servizi a valore aggiunto, come qualcuno vuole far credere, e quindi deve essere un’ offerta replicabile da parte dei competitor di Telecom”.

Fogli, d’altra parte, sottolinea come Telecom Italia stia ancora attendendo un’indicazione di Agcom sui prezzi da applicare all’ADSL senza voce. Indicazione in cui dovrà essere comunque considerata una remunerazione del capitale investito nella rete, in caso di cancellazione del canone di abbonamento. “In caso contrario – ha proseguito Fogli – ci troveremo di fronte ad un caso di concorrenza assistita”.

La posizione di Andrea Filippetti di Tele2 è invece focalizzata sull’introduzione del MVNO: “Se l’Autorità non rivedrà la sua posizione, nessun operatore fisso potrà mai replicare l’offerta convergente fisso e mobile di Telecom Italia. Io mi auguro che prima di dicembre arrivi una decisione che apra il mercato. In caso contrario l’Italia sarà l’ultimo Paese europeo, insieme solo al Portogallo, a non aver introdotto l’operatore virtuale”.
La conclusione di Filippetti è pessimistica: “Pensare di attendere fino al 2008 sarebbe deleterio per la concorrenza, e permetterebbe a Telecom di acquisire quote di mercato senza che gli altri operatori possano offrire alternative ai loro clienti”.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
29 mag 2006
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