È senza ombra di dubbio la petizione web più applaudita e celebre mai apparsa sulla rete italiana ed è al suo clamoroso successo che si devono i primi segnali di attenzione verso un problema avvertito da tantissimi italiani: i costi di ricarica . Autorità TLC e Autorità Antitrust hanno infatti annunciato l’apertura di una indagine su ciò che gli italiani spendono per ricaricare i propri telefonini.
La petizione dello studente ischitano Andrea d’Ambra ha raggiunto mentre scriviamo la stratosferica cifra di 335mila firme, tutte a testimoniare la volontà di appoggiare l’idea portante dell’iniziativa, quella di abolire quel “quantum” che i carrier trattengono per sé quando vendono le ricariche per il traffico telefonico.
Proprio in questi giorni, infatti, a seguito dell’ interessamento della Commissione Europea, il presidente di Agcom, Corrado Calabrò, ha spiegato che tra le due authority verrà firmato un protocollo di intesa per giungere a definire la questione. “Se si ravviserà un abuso – ha dichiarato Calabrò – sarà l’Antitrust ad intervenire. Se invece si tratterà di una violazione delle regole, la sanzione sarà di Agcom”.
Da parte sua D’Ambra, paladino della petizione e ormai da settimane alfiere sui media di tutta Italia della battaglia per l’abbattimento di quelle “sovratasse”, come le ha chiamate qualcuno, ha applaudito all’annuncio di Calabrò. “Apprendiamo con soddisfazione – ha dichiarato – l’intervento di Calabrò: ciò non può che farci piacere, qualcosa comincia a muoversi”.
L’intraprendente studente, che gestisce il sito aboliamoli.eu , ha sottolineato ancora una volta la propria sorpresa per la sostanziale inazione delle associazioni dei consumatori su una questione così bollente, una inazione durata almeno fino a quando proprio la petizione non ha portato alla ribalta dei media la vicenda dei costi di ricarica.