Cresce l'alternativa europea al GPS

Cresce l'alternativa europea al GPS

Con l'imminente approvazione di nuovi fondi, l'Unione Europea, insieme ad altri paesi extracomunitari, sembra lanciata nel suo progettone per un sistema di navigazione satellitare alternativo al GPS. Per non lasciare mano libera agli USA
Con l'imminente approvazione di nuovi fondi, l'Unione Europea, insieme ad altri paesi extracomunitari, sembra lanciata nel suo progettone per un sistema di navigazione satellitare alternativo al GPS. Per non lasciare mano libera agli USA


Roma – Il Global Positioning System (GPS), il sistema di posizionamento satellitare sviluppato dagli Stati Uniti ed oggi divenuto uno standard mondiale, nei prossimi anni potrebbe perdere l’esclusiva nei sistemi di questo tipo.

Inizialmente progettato per scopi militari, negli ultimi anni il GPS si è diffuso sempre più come sistema di navigazione per usi civili, tanto che lo sorso anno il Pentagono, che controlla la fitta costellazione di satelliti che rendono possibile il calcolo della posizione, acconsentì di eliminare la degradazione del segnale GPS destinato alle strumentazioni civili.

Nonostante gli americani abbiano reso il GPS una risorsa liberamente disponibile in tutto il mondo, molti paesi, fra cui la stessa Europa, non vedono di buon occhio il fatto che il Governo Americano controlli da solo tutta la rete GPS mondiale: nulla impedirebbe infatti agli USA, in caso di necessità più o meno urgenti, di far “restare al buio” alcune aree geografiche o, addirittura, fornire dati completamente falsati.

“L’Europa non può accettare di fare affidamento su di un sistema militare che può essere interrotto”, ha detto Rene Oosterlinck, capo del dipartimento per la navigazione dell’Agenzia Spaziale Europea. Per questa ragione l’Europa ha da qualche tempo in progetto la creazione di un sistema satellitare sotto controllo civile, chiamato Galileo , che sarà indipendente da GPS ma con esso compatibile.

Per il progetto l’Europa ha già stanziato 1,1 miliardi di euro ed altri 450 milioni dovrebbero essere approvati, la prossima settimana, della Commissione Europea per i Trasporti. In questo sforzo finanziario è direttamente coinvolto anche il Canada, mentre la Russia si è per il momento limitata a prestare la sua esperienza tecnologica nel settore: questo paese ha infatti ancora in attività il suo sistema satellitare militare, il Global Navigation Satellite System (Glonass), composto però ormai da soli 6 satelliti.

Anche la Cina sembra interessata a Galileo, sebbene al momento stia facendo esperimenti per proprio conto, e con lei anche Israele, India, Sud Africa e Australia.

Galileo, il cui debutto è previsto per il 2008, sarà costituito da una trentina di satelliti in orbita media: con essi l’Europa mira ad incrementare la sicurezza e lo sviluppo sostenibile dei trasporti nei settori aeronautico, marittimo e terrestre, grazie alla distribuzione di un segnale certificato per l’aviazione civile e all’integrazione con i futuri sistemi di comunicazione mobile di uso pubblico.

Si stima che Galileo costerà all’Unione Europea (UE) 3.6 miliardi di euro, l’investimento più cospicuo che la UE abbia mai fatto per potenziare le proprie infrastrutture di telecomunicazione. Uno sforzo che però molti non comprendono: non lo comprendono diversi ministri dei trasporti europei né sembrano tantomeno comprenderlo gli americani.

“Galileo è un sistema davvero confusionario per la mia mente di americano”, ha asserito un portavoce di Garmin, nota casa produttrice di strumentazione GPS. “Esiste già un sistema del tutto equiparabile (il GPS). Ci sono già dispositivi riceventi che forniscono un’incredibile accuratezza agli utenti di tutto il mondo”.

Molti membri della UE sostengono che gli USA hanno soltanto paura di perdere il monopolio in un settore che non solo gli garantisce un non trascurabile vantaggio militare, ma gli sta fruttando sempre più soldi per i molteplici usi del GPS.

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Pubblicato il
28 nov 2001
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