Roma – Spett.le Punto Informatico, ho acquistato quest’estate il primo CD della Letteratura Italiana Einaudi 2003, attirato dalla ricchezza di contenuti che l’opera prometteva. Come molte volte in precedenza, mi illudevo anche stavolta di trovare finalmente, da parte dell’editore, un barlume di cura per l’accessibilità.
Ma dopo l’installazione del CD ed i primi tentativi di consultazione, ho cominciato ad innervosirmi: il solito “francobollo” centrale da 640×480 pixel, non ridimensionabile; i soliti pulsanti grafici; i soliti testi non selezionabili nè ingrandibili, su sfondi scuri e parzialmente coperti da immagini in trasparenza; le solite opere in formato PDF, da visualizzare in una finestrina con leggibilità pessima, con la funzionalità di copia disabilitata, nonostante si tratti di opere ormai tutte nel pubblico dominio perchè composte da autori morti da ben più di 70 anni.
Non sono un disabile in senso stretto, sono solo un po’ miope ed astigmatico: ma ho trovato talmente sgradevole, per la mia vista, la consultazione di quest’opera che ho deciso, naturalmente, di non comprare i CD successivi. Poichè, pero’, mi occupo per lavoro di accessibilità, ho pensato di fare qualche prova in più. Con un sintetizzatore vocale (Jaws 4.50), il risultato che si ottiene è il silenzio assoluto! La cura dell’accessibilità, nello sviluppo dell’applicazione fornita per consultare il CD della letteratura italiana Einaudi, è stato talmente nullo che quest’applicazione, per il sintetizzatore vocale, semplicemente non esiste: il programma smette di parlare quando la si avvia e ricomincia non appena la si chiude.
Da queste osservazioni, ho allargato la mia disamina ai principi generali dell’accessibilità per i CD multimediali, sia esaminando i criteri sbagliati che causano inaccessibilità sia elencando proposte alternative, per migliorare le possibilità di consultazione di tali opere.
Ne è venuto fuori un articolo-denuncia, mi auguro interessante, che si propone di scuotere la coscienza addormentata degli editori di opere multimediali. L’articolo nella sua interezza è disponibile in linea a partire da questa pagina .
Nel contattare Punto Informatico, mi faccio portavoce del disagio di numerosi disabili. So, ad esempio, che sono state scritte, da almeno due anni, varie lettere alla Mondadori per sollecitare l’adozione, per le opere in fase di realizzazione, di criteri di maggiore accessibilità. Tali lettere hanno ottenuto solo delle cortesi risposte e nulla più, probabilmente perchè i responsabili editoriali non hanno sufficienti competenze tecniche per comprendere che esistono oggi gli strumenti software – mi riferisco ai linguaggi standard definiti dal W3C (HTML, CSS, XML, SMIL, ecc.) – per produrre opere accessibili e, allo stesso tempo, complesse ed esteticamente curate.
Spero che Punto Informatico, con la sua larga diffusione, possa aiutare a far conoscere il mio articolo e, soprattutto, l’idea di “democrazia editoriale” che c’è dietro. Si tratta di una battaglia non per i diritti di pochi, ma per i diritti di tutti. Il diritto di usufruire di opere di informazione e di consultazione che non siano vincolate all’uso di un software particolare, alla disponibilità di attrezzature costose, alla mancanza di qualsiasi disabilità e che non “scadano” dopo pochi mesi, quasi fossero delle medicine, perchè l’introduzione di nuovi sistemi hardware e software ha reso non più installabili nè consultabili i contenuti dei CD.
Grazie per l’attenzione,
Michele Diodati, Roma
Caro Michele, abbiamo trasmesso la tua email ad Einaudi ritenendo che su questo argomento, quello dell’accessibilità, non si sia ancora aperto un dibattito sufficiente e non c’è dubbio che un editore così attento come Einaudi sia interessato ad approfondire l’argomento per le proprie importanti produzioni. Un saluto, la Redazione