L’Avana – Guillermo Farinas è ormai giunto al quarto mese di sciopero della fame e le sue condizioni di salute sono sempre più incerte . “Continuerò fino alla morte, fino a quando le autorità non mi daranno il diritto di andare su Internet ed ottenere tutte le informazioni e le notizie che desidero”, ha comunicato in una lettera diffusa da AFP .
Il dissidente ha perso quasi 30 chilogrammi di peso ed è ridotto in fin di vita. Rifiuta di alimentarsi in alcun modo ed è stato costretto ad un ricovero ospedaliero, dove i medici riescono a tenerlo in vita somministrandogli zuccheri per via endovenosa.
La protesta di Farinas (nella foto) è iniziata agli inizi dello scorso febbraio, quando ha voluto opporsi al controllo governativo dei mezzi di comunicazione digitali. Secondo una ricostruzione offerta da Reporters Sans Frontières , Farinas si è attirato le inimicizie della dittatura cubana dopo aver tentato la creazione di una agenzia di stampa indipendente sul web, chiamata Cubacanan Press, per documentare le azioni dei cittadini anticomunisti.
Attraverso i suoi sostenitori al di là dei confini cubani, Farinas ha lanciato un appello alla Commissione sui Diritti Umani delle Nazioni Unite per spingere il governo di Fidel Castro a “garantire l’accesso libero ad Internet per tutti i cittadini di Cuba”. Secondo Oscar Espinosa Chepe, un giornalista cubano finito in carcere per le proprie opinioni politiche, “Internet è tra i nemici numero uno della dittatura castrista”.
Come consuetudine, le autorità dell’Avana sostengono che tutti i dissidenti del regime sono in realtà “mercenari al soldo degli Stati Uniti” e che l’accesso libero ad Internet “non è possibile per i costi delle strutture di connettività”, dovute all’embargo statunitense.
Negli ultimi mesi l’amministrazione castrista, al potere sin dalla rivoluzione del 1959, ha iniziato a perseguitare gli utenti Internet con un’aggressività senza precedenti. Farinas è il paladino degli oltre 333 cittadini arrestati dalle autorità cubane, spesso accusati d’essere spie al soldo degli Stati Uniti e dissidenti anticomunisti solo per aver cercato di scambiare messaggi di posta elettronica con i paesi occidentali.
Tommaso Lombardi