Cyber Patrol vince contro gli hacker

Cyber Patrol vince contro gli hacker

L'azienda della Mattel riesce a trovare un accordo con i due che avevano craccato il suo software-filtro. Ma si tratta, com'è ovvio, di una vittoria di Pirro
L'azienda della Mattel riesce a trovare un accordo con i due che avevano craccato il suo software-filtro. Ma si tratta, com'è ovvio, di una vittoria di Pirro


Web – Cyber Patrol è riuscita nel suo intento, quello cioè di ottenere dagli autori di cphack le scuse e la promessa che non divulgheranno il loro segreto. La “vittoria” è arrivata perché i due ragazzi autori del crack che “apre” il software-filtro di Cyber Patrol non se la sono sentita di affrontare un procedimento giudiziario costoso e difficile. Ma la vittoria di Cyber Patrol, sostenuta dalla sua “mamma”, Mattel , è una clamorosa vittoria di Pirro.

La ragione sta nel fatto che cphack è stato pubblicato dai due autori ma anche da una serie di altri siti. Per così dire “è entrato in rete”, e a questo punto fermarne la diffusione è praticamente impossibile. Lo sanno bene anche Cyber Patrol e Mattel che fino all’ultimo hanno cercato di ottenere una ingiunzione giudiziaria che costringesse i siti che hanno pubblicato il cphack a passar loro i log di accesso. Perché? “Per individuare – hanno detto le due aziende – chi ha scaricato il cphack, ovvero il software illegale”. L’accordo attribuisce la proprietà di cphack a Mattel.

Cphack è un programmino costruito da Eddy Jansson e Matthew Skala che aggira le protezioni di Cyber Patrol, software pensato per impedire sui computer sui quali è montato l’accesso a certi siti, e “scardinarne” il meccanismo. Cphack consente non solo di navigare dove si vuole ma anche di vedere la lista di tutti i siti banditi da Cyber Patrol…

Va detto che l’accordo raggiunto dalle parti impone il silenzio a Jansson e Skala. In caso di violazione dell’intesa, il primo, svedese, rischia fino a 100mila dollari di multa e il secondo, canadese, un periodo in carcere.

Intanto va avanti il procedimento contro tre dei siti che hanno pubblicato il cphack. Questi sono difesi dall’associazione per i diritti civili ACLU che ha chiesto la chiusura del caso: “I nostri clienti non hanno agito in collaborazione con i due imputati. Hanno soltanto creato dei siti mirror, copiando ciò che gli imputati avevano scritto: non hanno pubblicato contenuti che appartengono a Cyber Patrol”. Per la “soluzione” di questo “ramo” del procedimento ci sarà da attendere.

In vista ci sono comunque altri problemi per Mattel. E questo perché cphack è stato rilasciato dai due autori in origine secondo i termini della GNU Public License . Quindi anche se Mattel dispone ora del copyright, il programma può essere distribuito senza limiti. La GPL infatti prevede che “chi riceve il programma automaticamente ne riceve licenza dall’autore, per copiarlo, distribuirlo o modificarlo”.

Per Jansson e Skala questo potrebbe però essere un problema perché nell’accordo firmato si afferma che loro sono “i soli proprietari di tutti i diritti” su cphack. Come nota Wired, se Mattel non può rifarsi al copyright su cphack, con questo accordo ha comunque in mano uno strumento per agire contro i due autori del programma e chi lo distribuisse successivamente.

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Pubblicato il
29 mar 2000
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