L’intelligence danese accusa apertamente la Russia per un cyberattacco distruttivo diretto a un acquedotto e per un’altra azione che ha messo a repentaglio il corretto svolgimento delle elezioni attraverso un’interferenza diretta. È quanto si legge in un comunicato ufficiale dell’FE (Danish Defence Intelligence Service). Si allunga così l’elenco delle operazioni associate a entità accostate al Cremlino. E l’impressione è che ne vedremo ancora per molto tempo.
La Danimarca accusa la Russia di cyberattacchi
Il primo dei due eventi risale al 2024. Le indagini condotte hanno permesso di risalire al gruppo noto come Z-Pentest e ritenuto vicino a Mosca. La responsabilità del secondo è invece attribuita a NoName057(16): nel 2025 si sono verificate diverse azioni DDoS che hanno preso di mira siti web relativi alla chiamata alle urne per le amministrazioni comunali e regionali svolte quest’anno nel paese.
Lo stato russo utilizza entrambi i gruppi come strumenti della sua guerra ibrida contro l’Occidente. L’obiettivo è creare insicurezza nei paesi presi di mira e punire coloro che sostengono l’Ucraina.
Prosegue dunque quella che su queste pagine abbiamo definito cyberwar, una guerra ibrida, fin dall’inizio dell’invasione in Ucraina nel lontano febbraio 2022. Ormai non si contano più le azioni rivolte ai paesi che sostengono Kiev. In più occasioni ne ha fatto le spese anche l’Italia.
Mettere fuori uso un sistema idrico attraverso una manomissione informatica significa, nella migliore delle ipotesi, creare un disagio o un disservizio alla cittadinanza. Come si può però facilmente immaginare, le conseguenze possono essere ben più gravi, soprattutto in mancanza di una risposta pronta ed efficace.
Il caso del traghetto italiano GNV
La notizia arriva nello stesso giorno in cui è stata formulata l’ipotesi di una responsabilità russa anche per l’attacco al traghetto Fantastic di Grandi Navi Veloci per il quale sono stati fermati un cittadino bulgaro e uno lettone, quest’ultimo ora detenuto in Francia. Nessuna conseguenza, per fortuna, ma la compagnia ha identificato il tentativo di installazione di un malware che avrebbe permesso il controllo remoto dell’imbarcazione.