Cyberpedofilia: Somm salvo in appello?

Cyberpedofilia: Somm salvo in appello?

L'ex manager CompuServe incredibilmente condannato in Germania vede ridursi le accuse nel processo di appello. Un caso chiave
L'ex manager CompuServe incredibilmente condannato in Germania vede ridursi le accuse nel processo di appello. Un caso chiave


Monaco – Provider tedeschi più tranquilli se andrà come previsto la prossima sentenza d’appello su Felix Somm, l’ex manager di CompuServe ritenuto responsabile della presenza di contenuti pedofili sul network del provider nel 1997.

Il caso è un cardine importante perché da qui dipende l’avvio di una giurisprudenza decisiva, quella relativa al livello di responsabilità che può essere attribuita ad un provider rispetto ai materiali che girano sulle sue reti. Sebbene una legge tedesca approvata dopo il primo arresto di Somm enunci la non responsabilità dei provider, il caso ha tenuto il settore col fiato sospeso.

C’è da aspettare ancora qualche ora per conoscere la sentenza di appello. Per il momento si possono solo valutare le parole del giudice, secondo cui l’uomo “non può essere ritenuto pienamente responsabile”. Lo scorso maggio in primo grado Somm era stato condannato a due anni di carcere con sospensione della pena e ad una multa di 50mila euro. L’accusa era di aver contribuito alla diffusione su internet di immagini di abusi su bambini e animali. Si trattava di materiali girati su siti web e chat room ospitati all’epoca da CompuServe.

Pare che nelle scorse ore il giudice che presiede il tribunale d’appello abbia anche affermato che “non dovrebbe esserci alcun vero motivo” per ritenere Somm responsabile.

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Pubblicato il
17 nov 1999
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