Washington (USA) – L’amministrazione Clinton è contraria, ma non boccerà la legge che comprende gli articoli contro il “cybersquatting”, perché contiene capitoli di spesa molto importanti: questo l’escamotage utilizzato dai deputati americani per far passare la norma che punisce severamente chi si appropria, per pura speculazione, di nomi di dominio che non gli spettano. E il Senato forse già oggi approverà la legge.
I problemi sollevati dal testo sono molti e sono sottolineati dalle associazioni che si battono per la libertà di espressione. Sanzioni fino a 100mila dollari sono previste, per fare un esempio, per chi registra a proprio nome un dominio che assomiglia o ricorda il marchio commerciale di un’azienda. A rischio, dunque, molti dei siti dedicati alla parodia della grande industria o alla satira politica.
Ad appoggiare la legge sono state invece le aziende. Per dirla con William Whyman, consulente intervistato da CNET: “il problema è uno scontro tra interessi di privati e interessi di aziende. L’introduzione di nuovi nomi di dominio, essenziale allo sviluppo economico, non può essere libera se non vengono prima messi in chiaro quali sono i diritti di proprietà intellettuale”.