Cybertrappole killer, altolà all'FBI

Cybertrappole killer, altolà all'FBI

Una Corte d'Appello americana ha preso una decisione storica condannando gli investigatori che spacciandosi per la giovanissima Sharon avevano attirato in una trappola un utente di Miami
Una Corte d'Appello americana ha preso una decisione storica condannando gli investigatori che spacciandosi per la giovanissima Sharon avevano attirato in una trappola un utente di Miami


Web – Mark Douglas Poehlman non avrebbe probabilmente mai intrapreso comportamenti illegali se non fosse stato indotto a farlo da due agenti della polizia federale che lo hanno attirato fingendo di essere una giovanissima “Sharon”: questa la clamorosa conclusione della Corte d’Appello di Pasadena, in California, che per la prima volta mette all’indice le pratiche investigative più spregiudicate attivate online ormai da anni.

Il caso era tipico. Un uomo, che si era autodescritto quale feticista e amante degli abiti femminili, è stato contattato in rete da una ragazzina, Sharon, che a forza di chat, di inviti e di promesse lo ha indotto a prendere un aereo e volare dall’altra parte degli Stati Uniti per andare a trovarla. Al suo posto, Mark Douglas Poehlman ha trovato due agenti dell’FBI che lo hanno arrestato “per aver attraversato confini federali al fine di ingaggiare atti sessuali con una minore”.

Esattamente la stessa cosa, con poche varianti, era accaduta nel caso di Patrick Naughton, l’ex manager Disney “incastrato” da una seducente 13enne rivelatasi poi agente dell’ FBI .

Per questo, la decisione della Corte di lasciar cadere il caso e di non processare Poehlman assume proporzioni clamorose. Perché è la prima volta che l’adescamento pensato dai cybercops come metodo per far venire alla luce pornopedofili senza scrupoli viene ritenuto ingiusto.

La Corte ha infatti affermato in 18 pagine di documento che Poehlman è un uomo che rispetta la legge e che con ogni probabilità non l’avrebbe violata se non ci si fosse messa la polizia: “Prima di questo sfortunato incontro con Sharon, Poehlman cercava un rapporto adulto con una donna che avrebbe capito le sue particolari inclinazioni, che non includevano fare sesso con minori. Ci sono certamente sufficienti crimini nella nostra società così com’è senza che le forze di polizia debbano passare mesi ad adescare quella che chiaramente è apparsa una persona sola e confusa, indotta a valicare il confine tra fantasia e atto criminale”.

Nel solo anno scorso l’FBI ha dato vita a quasi 1.500 indagini basate sull’adescamento in rete, un numero imprecisato delle quali si è trasformato in arresto e processo penale.

Ancora è certamente presto per comprendere la portata di questa storica sentenza ma di certo è un segno che qualche speranza vi sia per l’abolizione di pratiche investigative condotte talvolta partendo da necessità terze, esigenze politiche per esempio, più che dal rispetto dell’individuo nell’era digitale, dove i contatti e le relazioni sono immancabilmente destinati a cambiare.

Franco Lavarone

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Pubblicato il 7 lug 2000
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