Dai motori di ricerca la fotografia del Web?

Dai motori di ricerca la fotografia del Web?

Lo sostengono gli autori di uno studio sull'utilizzo del motore di Excite. Ma è davvero possibile tirar fuori da lì dati realistici sull'approccio alla rete?
Lo sostengono gli autori di uno studio sull'utilizzo del motore di Excite. Ma è davvero possibile tirar fuori da lì dati realistici sull'approccio alla rete?


Roma – Il modo in cui uno dei tanti motori di ricerca in rete viene utilizzato può essere anche uno “specchio” di come il web viene inteso e vissuto dagli utenti internet? Secondo gli autori di un nuovo studio, condotto sul motore di ricerca di Excite , effettuare una relazione tra l’una e l’altra cosa è possibile.

In particolare, sostiene Amanda Spink, assistente presso la Pennsylvania State University, sono state messe sotto la lente un milione di ricerche effettuate su Excite da 200mila diversi utenti internet.

Lo studio è stato condotto in mesi diversi nel giro di alcuni anni: la prima rilevazione è del settembre 1997, la seconda del dicembre 1999 e la terza a maggio 2001. Da qui emergerebbe che non vi sono differenze sostanziali nei termini ricercati, ma ve ne sono nel modo in cui i risultati delle ricerche online vengono utilizzati.

In particolare si sostiene che oggi al 50,5 per cento degli utenti capita di cliccare su uno solo dei primi dieci link forniti come risposta alle ricerche da Excite. Nel 1997 questo accadeva solo nel 28,6 per cento dei casi, elemento che dimostrerebbe una minore “pazienza” negli utenti internet di oggi. Nel 2001, ha spiegato Spink e Jack L. Xu, l’altro autore dello studio, il 70 per cento degli utenti visionava almeno due pagine di risultati dopo aver effettuato una ricerca.

Inserendo i termini ricercati in macrocategorie, gli autori dello studio hanno rilevato un calo nel numero di ricerche di termini legati al sesso e alla pornografia, mentre è aumentato decisamente l’interesse per parole-chiave legate al commercio, all’economia, ai viaggi o al lavoro. Al secondo posto si collocherebbe la categoria di termini “Gente, Posti e Cose”.

Tra i risultati della rilevazione emerge persino una indicazione per i “motori di ricerca del futuro”. Se è vero infatti che gli utenti devono apprendere come sfruttare al massimo i sistemi di ricerca è anche vero, dicono Spink e Xu, che questi devono sapersi adattare meglio “ai comportamenti informativi” dell’utente.

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Pubblicato il
4 apr 2002
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