Roma – C’erano tutti ieri alla presentazione di “Un personal computer per gli studenti”, iniziativa voluta dall’ Associazione bancaria italiana e presentata a Roma. C’era il presidente del Consiglio Massimo D’Alema, il governatore di Bankitalia Antonio Fazio, c’era naturalmente il presidente ABI Maurizio Sella più tutta la corte dei notabili che si fanno vedere in queste occasioni.
L’iniziativa è interessante: grazie all’intesa delle banche, gli studenti del primo anno di scuola superiore potranno acquisire “un computer di fascia medio alta” ad un prezzo pari al 60 per cento del loro valore di mercato con un prestito che potrà essere rimborsato in 24 rate mensili da 50-60 mila lire ciascuna. Con il contributo del Governo.
Interessante, perché coinvolti potrebbero essere 600mila studenti, perché in questo modo, non c’è dubbio, computing e forse anche internet si diffonderanno più di quanto già non facciano. Da segnalare, in questo senso, anche il fatto che D’Alema abbia detto: “Stiamo sensibilizzando l’Authority perché la connessione con la rete internet per gli studenti possa avvenire sulla base di una tariffa agevolata, come avviene già in Germania”.
Non sappiamo perché per decidere qualcosa del genere occorra guardare fuori dai confini nazionali, ma di certo è significativo, e addirittura fa sperare, che il presidente del Consiglio abbia voluto esprimersi in questo modo. Ci lascia qualche dubbio in più la successiva dichiarazione di D’Alema che sull’operazione dei computer agli studenti ha detto che “non è un’azione isolata, fa parte di una azione più ampia del governo italiano (…) per promuovere la diffusione dei computer e la connessione con la rete internet, soprattutto per le nuove generazioni e per il mondo della scuola”. Qualche giorno fa D’Alema aveva spiegato che il governo ben poco può fare per “agevolare”, perché a quello ci pensa il mercato, e può agire solo per individuare dei “binari” da seguire.
Senza voler fare polemiche, ma è lecito chiedersi quale sia il piano strategico con cui ieri il premier ha voluto bagnarsi le labbra da cui pendeva chi lo ascoltava. Intanto tocca accontentarsi dei computer agli studenti.