Datagate, Barack Obama vuole cambiare la NSA?

Datagate, Barack Obama vuole cambiare la NSA?

Fonti interne alla Casa Bianca parlano di una proposta di legge in grado di porre fine alle intercettazioni telefoniche di massa della NSA. Le telefonate verrebbero archiviate dai provider per un periodo di tempo limitato
Fonti interne alla Casa Bianca parlano di una proposta di legge in grado di porre fine alle intercettazioni telefoniche di massa della NSA. Le telefonate verrebbero archiviate dai provider per un periodo di tempo limitato

Secondo le fonti del New York Times , la Casa Bianca sarebbe pronta a formulare un cambiamento radicale nelle intercettazioni a strascico praticate dalla National Security Agency, con una nuova policy pensata per essere rispettosa sia delle esigenze delle indagini che delle legittime aspettative di privacy dei cittadini americani.

L’amministrazione di Barack Obama si preparerebbe dunque a modificare uno dei mille aspetti scandalosi dell’ affaire Datagate , e cioè la pratica di NSA di registrare e archiviare permanentemente le telefonate della popolazione statunitense senza alcun vincolo o garanzia per nessuno.

La nuova proposta della Casa Bianca, dice il New York Times, metterebbe fine alle intercettazioni di massa dell’intelligence; piuttosto, sarebbero gli stessi provider telefonici ad archiviare e gestire le comunicazioni, fornendo libero accesso ai dati solo nel caso in cui un giudice concedesse un nuovo tipo di mandato.

A maggior garanzia della privacy degli utenti americani, il tempo di archiviazione delle chiamate si ridurrebbe enormemente e non andrebbe oltre i 18 mesi. Privando la NSA del suo ruolo di agente attivo nelle intercettazioni, questa l’idea alla base della proposta, si darebbe una risposta alle innumerevoli critiche che hanno investito la politica e le autorità governative statunitensi dall’uscita del primo documento riservato di Edward Snowden in poi.

In realtà la (presunta) iniziativa di Barack Obama è tutto fuorché risolutiva, visto che nulla dice contro le attività di spionaggio e cyber-attacco dell’intelligence sulle reti telematiche, che costituiscono l’altra metà dello scandalo Datagate. Con buona pace delle autorità di Pechino, che tornano a chiedere spiegazioni a Washington. stavolta in merito alla violazione nella sicurezza interna di Huawei .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
26 mar 2014
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