Datagate, Snowden chiama Europa

Datagate, Snowden chiama Europa

L'uomo chiave dello scandalo del tecnocontrollo USA invia la propria testimonianza al Parlamento Europeo, parlando di un Vecchio Continente completamente alla mercé della NSA. Asilo politico? I governi UE non ne hanno il coraggio
L'uomo chiave dello scandalo del tecnocontrollo USA invia la propria testimonianza al Parlamento Europeo, parlando di un Vecchio Continente completamente alla mercé della NSA. Asilo politico? I governi UE non ne hanno il coraggio

La tanto attesa testimonianza di Edward Snownden al Parlamento Europeo sullo scandalo Datagate è finalmente arrivata , e ora sia i rappresentati politici che i cittadini del Vecchio Continente hanno la possibilità di farsi un’idea più precisa su quanto, del succitato Datagate, debba interessarli sul piano personale. Nessuno è al sicuro dal tecnocontrollo, denuncia Snowden.

L’ex-analista dell’intelligence statunitense dice di aver incontrato più di 10 funzionari federali prima di fornire il suo “tesoro” di documenti riservati ai giornalisti, e nessuno ha apparentemente battuto ciglio . Sì, conferma Snowden, i servizi segreti cinesi e russi mi hanno avvicinato ma ora non ho più i documenti con me.

Riguardo il rapporto della NSA con i governi e i servizi segreti europei, l’uomo del Datagate definisce la UE come un “bazar” dove le spie statunitensi e relativi partner hanno accesso completo a tutte le comunicazioni digitali dei cittadini: nel caso di una eventuale clausola di non-intercettabilità posta da un governo nazionale, la NSA può semplicemente servirsi di accordi stretti con altri paesi per rastrellare ogni singolo bit che passa attraverso la backbone del network telematico europeo.

Snowden rivela l’esistenza di altri piani – oltre a quelli già svelati dai giornalisti – in grado di avere un grande impatto sulla vita dei cittadini, e chiama in causa i governi dei singoli paesi UE sulla questione asilo politico: nessuno, sostiene la spia pentita, ha il coraggio di dimostrarsi ostile ai veti statunitensi sulla concessione dello stato di rifugiato alla star del Datagate.

Sia come sia, le rivelazioni passate – e prevedibilmente future – di Snowden rappresentano una bella sveglia per tutti, sostiene il commissario europeo Neelie Kroes, perché lo spionaggio è la “seconda professione più antica del mondo” e ora occorre stabilire regole certe grazie alle quali poter fornire protezione alla riservatezza dei cittadini senza scadere in un mero regime di “protezionismo”.

Mentre i parlamentari europei investigano, l'”altro” nemico numero uno del governo statunitense, Julian Assange, accomuna idealmente la sua sorte a quella di Snowden e preannuncia nuove rivelazioni in arrivo via Wikileaks. Le richieste di aiuto spedite ad “Ask Zelda!”, la rubrica di consigli a uso interno della NSA la cui esistenza è stato rivelata durante il weekend, offrirà certamente parecchio materiale su cui lavorare.

Al di là dell’Atlantico, il Datagate interessa anche (soprattutto?) le grandi corporation tecnologiche: nel caso di Google, il presidente Eric Schmidt dice ora che i dati degli utenti sono “al sicuro” dallo spionaggio governativo. Spionaggio che almeno nel caso dei metadati telefonici, ha stabilito la corte segreta (FISC), dovrà cessare dopo cinque anni dall’archiviazione iniziale delle informazioni.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 10 mar 2014
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