DHL, droni per consegne a domicilio

DHL, droni per consegne a domicilio

Il corriere teutonico avvia un piano sperimentale per la consegna di generi di prima necessità su una piccola isola al largo delle coste del paese. Un piano limitato che potrebbe estendersi anche altrove
Il corriere teutonico avvia un piano sperimentale per la consegna di generi di prima necessità su una piccola isola al largo delle coste del paese. Un piano limitato che potrebbe estendersi anche altrove

Si stanno avviando i piani di sperimentazione DHL per il suo “paccocottero”, un drone a guida autonoma progettato per portare medicinali e altri prodotti di prima necessità dal villaggio di Norddeich fino all’isola di Juist, parte dell’arcipelago delle Frisone Orientali e localizzata a 12 chilometri dalle coste della Germania. Un tragitto coperto in circa 30 minuti, tempo permettendo.

L’iniziativa del corriere tedesco è sperimentale ma è stata studiata con le autorità di Berlino fin nei minimi particolari, con la concessione di un permesso speciale per sorvolare il breve tratto di mare che separa Norddeich e Juist, una stazione mobile sempre attiva per il controllo dei voli e la possibilità di prendere il controllo dell’UAV nel caso qualcosa andasse storto con la navigazione di bordo del drone.

DHL dice di voler adottare il paccocottero come mezzo di consegne alternativo , in quei periodi della settimana (weekend soprattutto) in cui non è economicamente conveniente viaggiare con aerei o traghetti. Le 2mila persone che vivono su Juist saranno libere di ordinare per i medicinali online e il corriere procederà alle consegne a mezzo UAV.

La sperimentazione è al momento limitata al singolo tratto di mare tra Juist e Norddeich, spiega DHL, anche se in futuro la società vorrebbe poter estendere il piano di voli automatizzati nel caso in cui questo fosse economicamente e legalmente possibile.

Pur con tutti i limiti del caso, i voli del paccocottero rappresentano a ogni modo un vero e proprio sorpasso della Germania sugli USA – paese dove la UAV-mania è frenata da regolamentazioni ostative e difficoltà tecnologiche nell’integrare i droni nel controllo del traffico aereo da parte della FAA.

Nemmeno NextGen, il sistema satellitare per la gestione dei voli nordamericani in via di implementazione negli States, sembra essere in grado di gestire le problematiche poste dal volo dei piccoli e lenti UAV. L’orizzonte dovrebbe essere meno cupo per i droni commerciali domestici, mentre sei compagnie cinematografiche ottengono carta bianca per far volare UAV-telecamera . Ma come il caso delle immagini rubate dal set del nuovo film su Star Wars insegna, l’impiego dei droni può riservare a Hollywood sorprese non necessariamente piacevoli.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
29 set 2014
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