Dialer, in Australia si risolve

Dialer, in Australia si risolve

L'operatore dominante nel paese dei canguri avverte tutte le aziende che sparano dialer, spesso via spam e spesso illegali: tra sei mesi chiusi i rubinetti per i dialer pornografici. Tra censura e realismo
L'operatore dominante nel paese dei canguri avverte tutte le aziende che sparano dialer, spesso via spam e spesso illegali: tra sei mesi chiusi i rubinetti per i dialer pornografici. Tra censura e realismo


Roma – In Australia, proprio come in Italia, sono numerosissimi gli utenti che più o meno inconsapevolmente scaricano programmini che poi riconnettono il computer dell’utente su costosissimi numeri a pagamento. E non sono pochi i minori che, attratti da pubblicità pornografica o da vero e proprio spam condito da pornografia , scaricano dialer con cui gonfiano le bollette telefoniche. Ma tra sei mesi questo giochino finirà.

Il principale operatore australiano, Telstra , ha infatti inviato una lettera alle aziende che sfruttano le sue reti telefoniche per diffondere dialer a carattere pornografico, avvisandole che tra sei mesi interromperà l’erogazione del servizio.

I dialer di questo tipo in Australia si basano sulla numerazione 190, che potrebbe essere equiparata alle numerazioni a pagamento italiane, sulle quali girano però numerosi diversi tipi di servizi, alcuni dei quali perfettamente legittimi. La mossa di Telstra è condita da nuove norme, al momento allo studio, che spingeranno gli operatori a “bloccare” i conti telefonici di utenti quando questi dovessero subire certi improvvisi “sbalzi”, nonché da una serie di regole contro lo sfruttamento abusivo di questo meccanismo di pagamento per servizi anche diversi dalla pornografia.

Va detto che quella di Telstra è una mossa destinata ad impattare su una quella frazione dell’industria dei dialer che usa qualsiasi mezzo per far cadere in trappole a pagamento l’utente internet, e certo non solo in Australia o in Italia. E occorre ricordare che si tratta di una misura presa in un paese nel quale la censura internet è istituzionalizzata, come quella che impedisce la creazione di siti porno su server australiani. Ciò nonostante l’operazione sembra dimostrare che gli operatori dominanti, se volessero, potrebbero muoversi decisamente contro abusi e vere e proprie truffe che vengono segnalati con sempre maggiore frequenza.

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Pubblicato il
17 mar 2003
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