Display/ Monitor 3D, rivoluzione annunciata

Display/ Monitor 3D, rivoluzione annunciata

Dopo le schede video ed i caschetti di realtà virtuale arrivano i monitor 3D, un'invenzione che potrebbe davvero rivoluzionare il modo di interagire con le immagini dei PC o della TV
Dopo le schede video ed i caschetti di realtà virtuale arrivano i monitor 3D, un'invenzione che potrebbe davvero rivoluzionare il modo di interagire con le immagini dei PC o della TV


La terza dimensione ha assunto in questi anni un ruolo sempre più preponderante nell’informatica, e questo nonostante il grande flop della realtà virtuale sul mercato consumer. Oggi la quasi totalità dei videogiochi in commercio adotta motori grafici poligonali, una caratteristica che in un futuro nemmeno troppo lontano potrebbe venire applicata anche ad altri media, come il cinema e la TV.

Ma il 3D non è soltanto sinonimo di intrattenimento. Senza scomodare il campo medico e scientifico, dove spesso si utilizzano sistemi di realtà virtuale (ma sarebbe meglio chiamarla “realtà simulata”) da milioni di dollari, la terza dimensione è destinata a breve a rivoluzionare il concetto stesso di “interfaccia utente” portando l’inedito fattore “profondità” sui desktop degli utenti di computer.

Sommando tutto questo si può arrivare a capire l’enorme interesse nato intorno alla Deep Video Imaging (DVI), sviluppatrice del primo monitor 3D, giudicato come uno dei migliori 100 prodotti tecnologici dell’anno.

Quello che ha consentito alla giovane azienda neozelandese di dare profondità all’immagine visualizzata sulla superficie piatta di un monitor è un’idea già applicata in altri settori: sovrapporre due immagini fra loro sfalsate e con differenti livelli di opacità. Nei monitor DVI ha ottenuto la questo effetto sovrapponendo due schermi LCD di cui uno, quello frontale, ha la caratteristica di essere semi-trasparente. In questo modo l’utente ha un’effettiva profondità di campo e la sensazione che l’immagine si estenda oltre la superficie del monitor.

Un display LCD Deep Video ha uno spessore di circa 13 cm, utilizza schermi a matrice attiva TFT e attualmente consente di raggiungere risoluzioni di 1024×768 pixel a 60 Hz di refresh. Per funzionare questi monitor richiedono un PC con due schede video che supportino le API Direct 3D di Microsoft: è possibile comunque utilizzarli anche su altre piattaforme, come Macintosh o Unix, che utilizzino un’uscita video analogica standard (SVGA) ed il supporto alla grafica 3D.

I progettisti di questi rivoluzionari monitor sostengono che poter contare su due differenti layer (schermi) introduce un nuovo concetto di sfruttamento dello spazio a video: sarà infatti possibile posizionare banner pubblicitari o altri messaggi che possano essere letti in trasparenza attraverso le immagini in primo piano. Hamish MacLeod, direttore business di DVI, afferma anche che “con uno schermo in primo piano ed uno in secondo piano è possibile supportare il doppio delle informazioni rispetto ad un monitor tradizionale e visualizzare, ad esempio, due applicazioni contemporaneamente”.


Quello che rende l’invenzione di DVI davvero interessante è il fatto di utilizzare le tecnologie LCD già esistenti per inviare segnali video multipli o stereo verso un nuovo formato a differenti profondità di visualizzazione.

Gabriel Engel, uno dei due ideatori del progetto e general manager di DVI, ha affermato: “Tutti stanno lavorando sulla televisione 3D. Ma noi ci siamo arrivati seguendo un approccio al problema totalmente unico. I dispositivi che le altre aziende propongono, e che richiedono l’utilizzo di un casco o di un paio di occhiali speciali, sono sicuramente magnifici. Ma quello che noi offriamo è un modo non-intrusivo per fare qualcosa di molto simile.”

Il problema di questi monitor, per il momento, è dato dal prezzo: il modello base, il 12bx, costa la bellezza di 15.000 dollari, quasi 35 milioni di lire. Risulta chiaro come l’arrivo di questa tecnologia sul mercato consumer sia ancora molto lontano. DVI è ora focalizzata al mercato degli ATM (bancomat, chioschi virtuali, ecc.) ma per il futuro punta a molti altri settori, come quello scientifico, ludico e del desktop publishing.

Insomma, le mire di DVI sono molto alte: partire da mercati di nicchia per poi arrivare progressivamente ai normali utenti di PC, portando la tecnologia dei monitor 3D in tutte le case e gli uffici.

Sembra che le possibilità offerte dall’invenzione di DVI abbiano già attratto l’interesse di colossi dell’entertainment come Disney e Nintendo e che in futuro non siano escluse partnership con giganti del calibro di Sony e Samsung.

Di sicuro i monitor 3D avranno tutto il tempo di diffondersi, visto che è ormai chiaro come le soluzioni domestiche di realtà virtuale, le uniche che potrebbero effettivamente fornire un elevato grado di immersività, sono prematuramente naufragate qualche annetto fa e, almeno per il momento, sembrano destinate a sonnecchiare sotto mari di carta stampata.

Alessandro Del Rosso

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Pubblicato il 1 ott 2000
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