Ginevra – Robert Boyd, americano, l’aveva pensata bene. Ha registrato dodialfayed.com e ha cercato di venderlo per 400mila dollari speculando sul nome dell’uomo, Dodi Al Fayed, morto nell’incidente automobilistico nel quale è deceduta anche la principessa Diana. Ma a Boyd è andata male, perché l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale ( WIPO ) ha deciso che Boyd non ha diritto a tale dominio.
Come conseguenza di questa decisione, il dominio passa sotto il controllo del padre di Dodi Al Fayed, Mohamed, visto che Boyd “non detiene interessi legittimi” su quel dominio. Mohamed, ha detto un suo portavoce, si era mosso per impedire che il nome del figlio venisse utilizzato in modo inappropriato.
Il caso è un nuovo precedente nella questione del cosiddetto “cybersquatting”, ovvero la registrazione di domini che si rifanno a trademark o nomi noti di cui i registranti intendono far commercio. Ed è un caso in cui, ancora una volta,emerge l’orientamento di creare una relazione diretta tra il nome di dominio e il nome di persona. Inoltre è un ulteriore passo nell’affermazione del WIPO come luogo per derimere controversie internazionali sui domini.