Domini .info, mandiamo a casa l'ICANN

Domini .info, mandiamo a casa l'ICANN

La scandalosa gestione dei nuovi domini .info non è colpa del registrar ma dell'organizzazione internazionale, che non riesce a farne una giusta
La scandalosa gestione dei nuovi domini .info non è colpa del registrar ma dell'organizzazione internazionale, che non riesce a farne una giusta


Roma – L’anno scorso l’ICANN ha mandato a casa gli italiani Dada e Register.it che proponevano i domini di identificazione personale.pid. Ora è certamente venuto il momento di mandare a casa l’ICANN.

L’organizzazione internazionale dei domini, infatti, rea in questi mesi di averle tentate tutte per estromettere dalle decisioni che contano gli unici membri della sua board eletti dal “popolo della rete”, come Karl Auerbach e Andy Mueller-Maghun, due scassatimpani che godono di ampia visibilità sulla stampa e che non sono disponibili a prestarsi a giochetti poco chiari. Anzi, hanno pure il vezzo di denunciarli pubblicamente.

Come se non bastasse, l’ICANN, da sempre preda di una crisi decisionale che provoca incertezze, rallentamenti e risentimenti, ora è anche responsabile dell’incredibile stallo in cui è finita la registrazione delle nuove estensioni di dominio.info.

Già, perché la società Afilias, che l’ICANN ha autorizzato come registrar proprio per questo genere di domini, è finita completamente nel pallone. Pur non adducendo alcuna spiegazione credibile, nemica della trasparenza come si sta dimostrando, Afilias ha bloccato per due giorni il processo di registrazione dei domini.info e si appresta a ricevere tonnellate di cause per danni da chi ha partecipato alla prima fase dell’assegnazione, nota come “sunrise period”, e ora rischia di perdere la propria “pole position” per l’assegnazione effettiva di quei domini.

Uno scandalo nato da un maldestro tentativo di evitare che venissero registrati migliaia di domini.info illegalmente, in quanto frutto di azioni di cybersquatting, ovvero di accaparramento di nomi a dominio da parte di chi non ha titoli per possederli. Il “rischio” squatting è stato prima abbattuto sospendendo la registrazione di tutti i domini sospetti e poi, visto il caos che si andava a creare, si è rinunciato alla sospensione. E ora i domini “legittimi” e quelli “da squatters” sono mescolati, portando all’attuale stallo in cui si trova Afilias e tutti coloro che vogliono usare gli.info per la propria presenza in rete.

Ma addurre le colpe ad Afilias richiede i paraocchi, visto che per affidare il tutto ad Afilias e per approvare il suo “progetto”, l’ICANN si è fatta dare decine di migliaia di dollari e si è presa lungo tempo. Montagne di dobloni che hanno versato tutte le imprese che sognavano lucrosi business attorno alla proposta di nuove estensioni di dominio.

Ed è l’ICANN che ha deciso cosa far passare, e chi mandare avanti, e cosa trattenere, tenere indietro, bocciare , come il “.pid” sognato da Dada e Register.it. Sommersa dai denari, l’ICANN ha varato sette nuove estensioni , la più sexy delle quali è un inutile “.biz”, e ora si ritrova in mano la patata bollente di Afilias. Peccato che se la ritrovino anche tutti coloro che hanno tentato di acquisire almeno un dominio.info dopo che decine di altre proposte molto più intriganti erano state bocciate…

Lamberto Assenti

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Pubblicato il 4 ott 2001
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