Domini, Poste all'assalto di Bancoposta.it

Domini, Poste all'assalto di Bancoposta.it

Inattesa è arrivata la decisione del tribunale di Modena secondo cui Discovogue potrebbe essere in malafede e i suoi domini calpestare i diritti delle Poste Italiane. Che vorrebbero tanto entrarne in possesso, costi quel che costi
Inattesa è arrivata la decisione del tribunale di Modena secondo cui Discovogue potrebbe essere in malafede e i suoi domini calpestare i diritti delle Poste Italiane. Che vorrebbero tanto entrarne in possesso, costi quel che costi


Modena – Le Poste Italiane hanno vinto il secondo round della battaglia giudiziaria con cui sperano di sottrarre alcuni domini ai registranti originari e utilizzarli per i propri servizi online. Il tribunale di Modena ha infatti accolto la richiesta dell’Ente con cui di fatto viene sospeso il dominio bancoposta.it insieme agli altri domini contestati, raccomandata.it e vaglia.it. Il 28 luglio scorso una ordinanza dello stesso tribunale aveva confermato a Discovogue la disponibilità dei domini contestati.

Il futuro di bancoposta.it verrà deciso dal giudizio di merito che si attende nelle prossime settimane e che dovrebbe determinare in via definitiva chi ha diritto a quel dominio. Ma il caso è di grande interesse perché dalla decisione dei giudici traspare una visione “nuova”, ovvero che la disponibilità di un dominio non può essere regolata automaticamente dalla legge sui marchi perché è necessario verificare l’uso che si fa del dominio. In questo senso il tribunale ha stabilito che l’uso dei domini bancoposta.it e degli altri da parte di Discovogue facesse esplicito riferimento agli omonimi servizi delle Poste Italiane e, dunque, ne violasse i diritti.

Altra ragione di interesse è il fatto che, come si ricorderà, per riappropiarsi di domini che ritiene propri, Poste Italiane non solo aveva denunciato Discovogue per aver registrato i domini bancoposta.it, vaglia.it e raccomandata.it ma, non contenta, aveva anche denunciato Got.it/Register.it per aver registrato quei domini e persino la Naming Authority e la Registration Authority per non averlo impedito. Sarà interessante vedere come procederanno quelli di Register.it e le due componenti del NIC italiano.

Intanto Discovogue, lontana dal darsi per vinta, annuncia sulle proprie pagine che: “Questo website dovrà temporaneamente chiudere, ma a grande richiesta ritornerà al nuovo indirizzo www.atsopocnab.it. Non si possono regolamentare le onde del mare. Grazie per le email di appoggio che continuerete a inviarci”.

In un comunicato, l’azienda che ha dato battaglia alle Poste spiega che: “In una calda Italietta ferragostana dove, mentre tutti sono in ferie, nel giro di un mese giudici di uno stesso Tribunale ordinano tutto e poi il contrario di tutto, non ci rimane che sperare di avere con altrettanta rapidità un giudizio definitivo e soprattutto coerente con le regole e consuetudini di Internet universalmente accettate, che anche Poste Italiane deve accettare”.

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Pubblicato il 12 set 2000
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