Donazioni via SMS, maretta sull'IVA

Donazioni via SMS, maretta sull'IVA

Gli operatori di telefonia mobile non sono affatto soddisfatti della normativa che esclude l'IVA solo per un certo tipo di messaggini di solidarietà
Gli operatori di telefonia mobile non sono affatto soddisfatti della normativa che esclude l'IVA solo per un certo tipo di messaggini di solidarietà


Roma – C’è una sostanziale insoddisfazione nei commenti degli operatori di telefonia mobile all’approvazione in Parlamento in via definitiva di un decreto che esclude l’IVA sugli SMS di beneficenza. O, meglio, solo su un certo tipo di SMS.

Il provvedimento, infatti, esclude l’imposizione dell’IVA sui messaggini che consentono agli utenti di utilizzare il proprio cellulare per effettuare una donazione, ma soltanto quando questa riguarda “aiuti a popolazioni colpite da catastrofi naturali”.

Questa definizione, evidentemente, è stata messa a punto in seguito all’immane tragedia che ha sconvolto l’Asia meridionale meno di due mesi fa, un dramma che ha spinto un elevatissimo numero di italiani ad utilizzare gli SMS per effettuare una donazione e certo ha contribuito a far passare rapidamente la nuova normativa.

Ma i carrier non sono soddisfatti, la ritengono incompleta e limitata. “Gli operatori mobili TIM, Vodafone, Wind e 3 – si legge in una nota congiunta diffusa nelle scorse ore – giudicano come un primo passo verso la giusta direzione ma non risolutivo il decreto approvato”. A loro dire, infatti, la normativa “non tiene conto pienamente della genesi e della rilevanza progressivamente assunta dall’SMS come diffuso strumento di donazione”.

I carrier hanno sottolineato che negli ultimi tre anni gli SMS di solidarietà hanno contribuito a risolvere situazioni assai pesanti non solo in seguito a calamità naturali ma anche per iniziative sanitarie, sociali e per progetti di ricerca di primo rilievo, ad esempio la ricerca sulle malattie genetiche promossa da Telethon . Quello di oggi, dunque, è un provvedimento che agli operatori appare “discriminatorio” rispetto alle altre iniziative condotte con questo strumento.

“La situazione così creata – conclude la nota – risulterà ingestibile nel rapporto con i cittadini che si aspettano un trattamento fiscale omogeneo per queste varie iniziative di donazione benefica”.

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Pubblicato il
24 feb 2005
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