Dossier su virus, dialer e spam in Italia

Dossier su virus, dialer e spam in Italia

Lo redige la Lega Consumatori Acli Toscana insieme a Spark. Secondo il rapporto più del 50 per cento delle email che circolano in Italia contengono attacchi alla sicurezza o al portafoglio
Lo redige la Lega Consumatori Acli Toscana insieme a Spark. Secondo il rapporto più del 50 per cento delle email che circolano in Italia contengono attacchi alla sicurezza o al portafoglio


Roma – Non è certo una novità per gli utenti internet ma recuperare dati certi sul fenomeno in Italia non è certo facile. Si parla di virus, spam e altri problemoni che si presentano perlopiù sotto forma di posta elettronica per un giro complessivo di email che supera anche da noi, come già altrove, il 50 per cento di tutte le email circolanti.

Ad affermarlo è un Dossier su spam, virus e dialer messo a punto dalla Lega Consumatori Acli Toscana assieme a Spark , società che si occupa di sicurezza ICT. Un Dossier che ricorda come nel 2001 solo il 7 per cento della posta mondiale era costituita da spam, percentuale che impallidisce di fronte alla situazione attuale. Ed il fenomeno è in netta crescita, secondo Lega Consumatori.

Variegate le minacce registrate dagli esperti. In una nota diffusa ieri si legge: “Si va dai tentativi di estorcere denaro attraverso ingegnosi meccanismi (annunci di vincite inesistenti, promesse di accessi gratuiti a siti hard, e-mail truffaldine di addebiti su carte di credito, ecc.), a messaggi ingannevoli che inducono l’utente a scaricare connessioni a pagamento (è il caso del messaggio legato alla trasmissione Zelig o la recentissima falsa e-mail proveniente dal sito Punto-informatico.it). Senza contare i veri e propri attacchi di virus informatici: MiMail, Blaster, Welchia, Sobig, Domaru, Sysburg, ecc.”

Tutto questo ha un impatto pesante sulle bollette, certo, ma anche sui costi di adeguamento, aggiornamento e riparazione dei mezzi informatici . “A seconda del tipo di intervento tecnico praticato sulla macchina – spiega Lega Consumatori – si puo’ andare da un minimo di 30-50 euro per una semplice scansione antivirus e pulizia del disco rigido, a 100-120 euro per un intervento di formattazione dell’hard disk con relativo tentativo di salvataggio dei dati”.

Anche l’impatto sulla privacy personale è devastante. “Basti pensare – ricorda il Dossier – che un computer infettato è in grado di spedire documenti all’insaputa di un utente – prelevandoli direttamente dal suo hard disk – e propagare il fenomeno all’infinito. E non stiamo parlando di tecniche sofisticate di intrusione, ma di semplici virus informatici. Eppure pochi consumatori si rendono conto dell’effettiva pericolosità del problema e, di conseguenza, non adottano le necessarie precauzioni”.

Il Dossier, che ripercorre la storia di queste minacce e le tecnologie coinvolte, comprensivo di Vademecum sulla sicurezza è a disposizione sul sito di Lega Consumatori .

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Pubblicato il
18 dic 2003
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