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Recensito da Redazione

Open Arena

Uno sparatutto 3D basato sul motore di Quake 3 Arena

Sono accovacciato in un ripostiglio fatiscente e buio, odore di rancido nell’aria. Sento dei passi avvicinarsi, una corsa. Trattengo il fiato, conto fino a dieci… Con uno scatto salto fuori dal mio nascondiglio, in mezzo al corridoio. Di fronte a me riconosco a malapena un compagno della squadra rossa, ma subito un sibilo rabbioso accompagna il missile blu che mi colpisce alle spalle, facendomi esplodere in mille pezzettini sanguinolenti…

Questo più o meno il succo di OpenArena , uno sparatutto open source che segue la filosofia affermatasi dalla fine degli anni ’90: perché sprecare trame e sceneggiature per un tal genere, quando possiamo semplicemente creare delle grosse mappe in cui vari giocatori si massacrino a più non posso?
I capostipiti sono stati, nel 1999, Unreal Tournament e Quake 3 Arena.

Da allora di questi giochi ne sono usciti per tutti i gusti, ma nel frattempo la Id ha rilasciato il codice di Quake 3 Arena sotto licenza GPL (nientepopodimeno!). È proprio da tale motore che OpenArena prende spunto per creare uno sparatutto multiplayer completamente open source, ovvero, tradotto nel linguaggio dei giocatori incalliti, “aggratisse” e in continuo sviluppo.

Il gioco offre la possibilità di affrontare avversari umani o guidati da IA (i bot) in mappe dalle dimensioni variabili, adatte a scontri 1 contro 1 o a battaglie epiche fino a 12 giocatori. I tipi di scontro sono i classici del Quake 3 Arena, vecchio genitore a cui Open Arena sembra voler rimanere vicino e fedele.

Free for all: tutti nell’arena, tutti contro tutti. Un delirio di sibili, esplosioni, raffiche e grida. Non c’è nascondiglio sicuro, nessuno a coprirci le spalle ed ovunque proiettili pronti ad abbatterci. Una sorta di metafora del precario mondo del lavoro…
Team Deathmatch: due squadre (rossa e blu) si scontrano tra di loro. Simile al Free for all, ma con più solidarietà.
Tournament: ci sono più giocatori, ma si scontrano sempre uno contro uno. Chi vince viene sfidato dal successivo pretendente al titolo.
Capture the flag: il buon vecchio cattura la bandiera, di scoutistica memoria. Due squadre controllano due zone opposte della mappa. In ognuna di esse c’è la bandiera della squadra. Si deve catturare la bandiera degli avversari e riportarla alla propria base senza farsela scippare. Al contempo si deve evitare che gli avversari facciano la stessa cosa con la propria.

Si possono affrontare le mappe liberamente (modalità “skirmish”), scegliendo il numero e il tipo di avversari. Oppure si può giocare una sorta di gioco a trama, dove affrontare tutte le mappe e le tipologie di gioco, ma in ordine di difficoltà crescente (tocca perciò vincere una mappa prima di passare alle successive).

Quando si entra in una arena si hanno a disposizione solo una mitragliatrice a canna rotante ed una sega circolare simile a quella del cattivone di Roger Rabbit. Nella mappa sono disseminate altre armi (fucili al plasma, a pallettoni, lanciamissili, lanciagranate, fucili da cecchino…) e munizioni varie. Inoltre i giocatori possono raccogliere vari power-up, cure, armature, super armature, quadriplicatori di danno. Quando un giocatore viene ucciso, rientra subito in gioco in uno dei punti prestabiliti dalla mappa, ma perde tutte le armi ed i power-up raccolti.

Graficamente il gioco è eccellente: ci sono le luci dinamiche, filtro trilineare, texture ad alta risoluzione e cosa più bella, considerato che il motore è stato scritto per i PC del 1999, il tutto scorre fluidamente sullo schermo. Certo, non si può godere degli odierni pixel shaders, bump maps, filtri anisotropici, ma nessuno ha mai considerato che in giochi così movimentati, tali effetti spesso non si notano minimamente e risultano al contempo controproducenti in termini di fluidità?

A livello sonoro qualcosina in più potrebbe essere fatta. Il protagonista pare dotato di scarpe coi tacchi a spillo, tale è il ticchettare continuo che si sente quando passa sulle superfici rigide. Quando poi qualcuno salta, si ode un rumore che ricorda vagamente il bussare proveniente da dietro le porte dei bagni occupati.

La giocabilità è immediata, la longevità assicurata. Se ci si produce in scontri su rete, la durata è garantita da un gameplay sempre diverso, dovuto al comportamento tutto umano degli avversari. Se poi ci si mette a scaricare e installare mappe aggiuntive e mods (a proposito, molti mods per Quake 3 funzionano alla perfezione, o quasi, anche su OA), presto ci si rende conto che anche un solo sparatutto può bastare, ed OA è completamente gratuito!

OA è attualmente alla versione 0.7.0, è stabile, godibile e… chicca finale: può essere installato e lanciato da chiavette usb!!! (almeno nelle versioni Windows e Linux)
Ci vediamo online, buon crivellamento a tutti. (mT)

( mT )

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