Droga, e internet diventa propaganda

Droga, e internet diventa propaganda

Chi traffica in stupefacenti attraverso la rete si macchia di crimini contro l'umanità. Lo afferma all'ONU Pino Arlacchi secondo cui internet è una nuova frontiera. Tra politica e autopromozione
Chi traffica in stupefacenti attraverso la rete si macchia di crimini contro l'umanità. Lo afferma all'ONU Pino Arlacchi secondo cui internet è una nuova frontiera. Tra politica e autopromozione


Web – “Il traffico di droga non solo è una delle grandi piaghe dell’umanità ma è anche il cuore del malaffare internazionale”. “Quindi” Pino Arlacchi, commissario ONU alla lotta contro gli stupefacenti nel mondo (OICS, Ufficio dell’Organo internazionale del controllo degli stupefacenti), ha proposto di rendere il traffico di droga via internet un crimine contro l’umanità, equiparabile al genocidio.

Belli i principi. Sbandierare ai quattro venti principi giusti e incorruttibili è necessità per molti politici, ma farlo sulle spalle di Internet, francamente, è insopportabile.

E ‘ evidente che se si intende combattere la produzione ed il traffico di droga lo si fa e lo si farà con o senza Internet, ed è evidente che l’uso della rete può aprire molte porte a chi del traffico fa un business. Ma un conto è “specializzarsi” e “specializzare” le tecniche di una battaglia che ora ha anche un altro fronte sul quale si scontrano polizie e narcotrafficanti, un altro conto è propagandare l’azione repressiva parlando di Internet non come di un veicolo ma come della fonte di un nuovo problema. Il veicolo è nuovo, il problema è vecchio e tuttoggi insoluto.

Arlacchi le scorse settimane non ha chiesto una legislazione universale contro il traffico di droga (è noto che ci sono paesi che si sottraggono alle decisioni ONU in questa materia) ma una legislazione globale per il traffico condotto via internet. “Siamo sempre più preoccupati – ha detto – per l’uso di siti Web e di Internet per fare pubblicità alle droghe”.

E non basta il generico riconoscimento che Arlacchi propone della rete, sostenendo che “Internet è importante per facilitare gli scambi di informazione”, non basta perché la richiesta di una legislazione speciale arriva insieme alla contraddittoria ammissione secondo cui quanto si ricava dal traffico di droga online è poco o pochissimo.

La richiesta di Arlacchi mi ricorda quanto avvenne a suo tempo per la lotta alla pedofilia in rete. Si chiesero e si ottennero anche in Italia leggi speciali, leggi secondo cui il traffico di immagini illecite, per esempio, è considerato più grave se viene condotto via Internet.

Una valutazione pericolosa per la rete che, francamente, non vorremmo vedere riproposta come un refrain su tutti i fronti della lotta alla criminalità.

Lamberto Assenti

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Pubblicato il
7 lug 2000
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