Il Tribunale generale dell’Unione europea ha stabilito che la metodologia usata dalla Commissione europea per il calcolo del contributo di vigilanza previsto dal Digital Services Act (DSA) non è stata correttamente comunicata. Meta e TikTok hanno quindi ottenuto una vittoria (temporanea), in seguito al ricorso presentato a febbraio 2024. Al momento non ci sarà però nessun rimborso delle somme già versate.
Serve un atto delegato
In base al Digital Services Act, la Commissione europea ha designato Facebook e Instagram di Meta e TikTok di ByteDance come VLOP (Very Large Online Platform). Oltre al rispetto degli obblighi previsti dalla legge devono anche pagare annualmente una “supervisory fee“, ovvero un contributo necessario per l’attività di vigilanza effettuata dalla Commissione.
La metodologia di calcolo è stata introdotta dal regolamento delegato 2023/1127 del 2 marzo 2023. La cifra da versare è determinata in base al numero medio di utenti attivi al mese e dell’utile mondiale nell’esercizio finanziario dell’anno precedente. Meta e TikTok avevano contestato la metodologia di calcolo e presentato ricorso al Tribunale generale dell’Unione europea. Circa tre mesi fa hanno esposto le loro motivazioni in udienza.
Il Tribunale ha annullato (PDF) le decisioni di esecuzione con le quali la Commissione europea ha determinato l’importo del contributo spettante alle tre piattaforme. Secondo i giudici, la metodologia di calcolo non doveva essere allegata alle decisioni di esecuzione, ma doveva essere adottata in un atto delegato.
La Commissione ha ora 12 mesi di tempo per adottare nuove decisioni di esecuzione. Un portavoce ha dichiarato che occorre solo una modifica formale, in quanto il Tribunale ha confermato che la metodologia di calcolo è corretta. Infatti, Meta e TikTok non riceveranno nessun rimborso per i contributi relativi al 2023.
Un portavoce di Meta ribadisce invece che la metodologia è sbagliata perché le aziende con perdite non pagano nulla anche se hanno un numero di utenti attivi mensili superiore alla soglia prevista dal DSA (45 milioni). È probabile quindi che lo scontro proseguirà davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea.