Dubai – Le chiamate vocali tramite Internet rese possibili dalla piattaforma tecnologica del Voice over IP sono attualmente impossibili per chi vive e lavora negli Emirati Arabi Uniti. La federazione affacciata sul Golfo Arabico ha di fatto bloccato tutte le comunicazioni su VoIP , mettendo al bando Skype e gli altri applicativi che sfruttano la tecnologia.
Il blocco è cominciato questa estate ad opera di Etisalat , la più importante compagnia di telecomunicazioni degli Emirati. A motivazione dell’iniziativa, la telecom ha sostenuto che gli operatori VoIP non avevano alcuna licenza per poter offrire servizi di fonia. Naturalmente, la prima conseguenza del blocco è stata l’aumento vertiginoso del costo necessario a comunicare con l’estero, passato dai circa 2 centesimi al minuto delle connessioni vocali su TCP/IP, a 75 centesimi per chiamare in Inghilterra e 60 centesimi per comunicare con gli Stati Uniti nelle ore di punta.
L’avvenimento è stato accolto con gran disappunto dai residenti stranieri che vivono e lavorano negli Emirati, un elemento fondamentale per l’economia del paese considerando che rappresentano circa l’80% di tutta la popolazione del piccolo e ricchissimo stato mediorientale. Rupert Chesman, ventisettenne londinese che lavora a Dubai come produttore televisivo commenta a riguardo: “Perdere la libertà di poter chiamare le persone è qualcosa che ti fa infuriare. Le persone vogliono soltanto poter chiamare a casa, e adesso non possono più farlo”.
Di pari passo con lo scontento dei lavoratori stranieri, sono aumentati vertiginosamente anche gli utili di Etisalat: 427 milioni di dollari è il conto dei profitti della compagnia nel terzo trimestre del 2006, il 41% in più di quanto incassato nello stesso periodo dell’anno scorso. Ma Etisalat, che è controllata dallo stato, non è l’unica beneficiaria dell’effetto No-Skype: anche la telecom emergente conosciuta come “du”, sempre influenzata dal governo ma con pacchetti azionari scambiati sul locale mercato borsistico, ha visto moltiplicare il proprio volume di affari.
Interpellato sulla questione, un portavoce di Etisalat si è limitato a dichiarare che non esistono “prove certe” degli effetti concreti del bando di Skype sull’incremento dei polposi affari delle telecom. Il fatto ha provocato la presa di posizione critica della stampa locale , di solito docile e senza particolari slanci libertari, che gli ha dedicato pagine e pagine e ha espresso, attraverso un recente editoriale apparso sulla testata filo-governativa Gulf News , il parere che l’interdizione stia soffocando una tecnologia che dovrebbe al contrario essere abbracciata.
Mohammed Ghuaith, responsabile del reparto tecnologico per l’authority locale delle telecomunicazioni, ha dichiarato che le nuove possibilità della piattaforma VoIP sono foriere di un mercato più competitivo e dinamico, ma la loro adozione non può che essere graduale . Secondo Chesman, invece, la cui compagnia usava Skype come strumento di videoconferenza a basso costo per coordinare il lavoro tra gli uffici di Londra e quelli di Dubai, l’idea che l’iniziativa vuole dare è quella per cui “a Dubai le compagnie straniere non possono usare gli strumenti di comunicazione meno dispendiosi”. Così facendo, conclude il giovane produttore, il paese da un’immagine di sé meno competitiva sul palcoscenico internazionale.
Alfonso Maruccia