Dude.it/ Chi ha paura di Usenet?

Dude.it/ Chi ha paura di Usenet?

di Luca & Mafe. Lungi da noi enfatizzare ipotesi di complotto e simili, ma ci piaceva dare una risposta alla domanda con cui ci siamo lasciati la settimana scorsa
di Luca & Mafe. Lungi da noi enfatizzare ipotesi di complotto e simili, ma ci piaceva dare una risposta alla domanda con cui ci siamo lasciati la settimana scorsa


Web – La domanda di Dude.it – Ok, il fatto è che sempre più fornitori di accesso “veloce” a Internet dimenticano di garantire il server di news. Ma perché? Il sospetto è che questo meccanismo, più che a una naturale evoluzione dei comportamenti in rete, risponda a una vera e propria strategia. I luoghi non moderati sono scomodi, e per una serie di ragioni ben precise:

1. Usenet non rende commercialmente. I newsgroup rappresentano un costo di gestione (veramente minimo, a dire la verità) che non può essere ripagato da inserzioni pubblicitarie.

2. Usenet non ha le luci e i colori. Nell’ottica distorta e semplicistica dei colossi della comunicazione, qualsiasi ambiente in cui non siano possibili animazioni, effetti sonori e grafica trendy è “primitivo”.

3. Usenet è pericolosa. La libertà di espressione è ancora vista come una minaccia. Un ambiente di libera comunicazione non censurato rappresenta un impedimento al controllo del cittadino.

4. Usenet è gratis e aperta a tutti, in lettura e in scrittura. Chiunque, seguendo una procedura democratica , può aprire uno spazio di discussione, a costo zero.

Vogliamo fare una scommessa? Entro dieci anni – forse molto prima – l’anonimità in rete sarà considerata un reato. Questo non corrisponde alle “necessità operative delle forze dell’ordine per contrastare la criminalità via Internet”, come probabilmente vi verranno a dire. Il terrorista telematico, se esiste, è un terrorista scemo e i veri pedofili non hanno alcun bisogno della Rete, visto che la stragrande maggioranza delle violenze su minori avvengono in famiglia.

E ‘ un processo lento e quasi inavvertibile, iniziato da un po ‘ di tempo: un giorno scopriremo che non abbiamo più accesso a nessun luogo pubblico non moderato. E il bello sarà che ce la passeranno come una scelta inevitabile dovuta al necessario abbandono di tecnologie obsolete, o come un provvedimento preso per garantire la sicurezza del cittadino, simile allo straordinario specchietto per le allodole noto anche come “legge sulla privacy”. Ma la minaccia al cittadino non viene dai pedofili o dai terroristi o dal ricevere pubblicità per posta, e qui non si tratta solo di un paio di nostalgici che hanno paura di perdere il loro giocattolo: la questione è ben più ampia, ed è una questione di controllo e impedimento della libera circolazione delle informazioni, delle opinioni, delle relazioni.

Dude, giornale per caso

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Pubblicato il
30 gen 2001
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