Dude.it/ I had a dream..

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di Aaron Brancotti. Può un quiz televisivo aiutare a capire a cosa serve Internet? Sì, se nasce da un sogno estivo di un Ninja Open Source, che lo crea, lo progetta e lo regala al mondo
di Aaron Brancotti. Può un quiz televisivo aiutare a capire a cosa serve Internet? Sì, se nasce da un sogno estivo di un Ninja Open Source, che lo crea, lo progetta e lo regala al mondo


Web – Questa estate ho sognato un programma televisivo. Sì, non sto scherzando: me lo sono sognato davvero. Ho anche sognato il titolo della trasmissione: “I-Sleuth”, sottotitolo “Segugi nella Rete” e ho proposto questa mia idea a un amico che si occupa di televisione, dal quale ho avuto un feedback positivo al quale non è però seguito nulla. Peccato. Successivamente ho letto da qualche parte che in America hanno iniziato a fare una trasmissione per qualche verso simile. Bene, non ho dubbi che prima o poi la cosa arriverà anche qui e che ci sarà chi ci farà dei soldi, probabilmente brevettando il tutto. Ma credo in Internet e nell’Open Software e sono un Ninja. Quindi ve ne parlerò; mi basta sapere che, quando con qualche cavillo mi fregheranno l’idea, ci sarà comunque un bel po ‘ di gente che sa come sono andate realmente le cose.

E ‘ un’idea banale, in realtà, come la Macchina a Vapore, la Gravitazione Universale, il Teletrasporto e l’Ovunculogranulatore Quantistico: un quiz dove alcuni concorrenti devono rispondere a domande anche molto complesse in un tempo limitato. Ognuno di loro però ha a disposizione, udite udite, un computer collegato a Internet. La bravura dei concorrenti consiste quindi nel saper utilizzare i vari motori di ricerca, gli user groups, i più incredibili servizi che la Rete ci mette a disposizione, nel saper navigare e collezionare informazioni in una lotta contro il tempo che, non ho dubbi, può diventare estremamente avvincente.

Un’attenta regia può mescolare espressioni tese, dita che volano sulle tastiere e tracing in tempo reale dei pacchetti TCP/IP in uno show non molto distante da alcune scene di Matrix. Brevi interviste ai concorrenti, tra una ricerca e l’altra, sarebbero ottime occasioni per svelare trucchi e segreti dei professionisti. Il pubblico a casa potrebbe partecipare al gioco, ottima notizia per chi sta investendo paradossali quantità di denaro nella prossima futura rivoluzione della televisione interattiva.

Uno dei pochi insegnanti che tuttora ricordo con rispetto fu quello che mi disse “Ormai non serve più sapere le cose. Bisogna sapere dove stan scritte”. La cosa più importante di tutte è che da una trasmissione simile il grosso pubblico, ancora tecnologicamente analfabeta o quasi, potrebbe finalmente capire cosa è Internet, oltre che un covo di maledetti bastardi pedofili. Per Giove, persino le Nonne d’Italia e i cronisti della RAI e di Canale 5 capirebbero cosa è Internet. Potrei mettermi a piangere di felicità.

Conoscete qualche meritevole autore di programmi televisivi, fategli leggere queste poche righe. Grazie.

Aaron Brancotti

Dude, giornale per caso

PS: Information wants to be free. Quasi dimenticavo: considerate I-Sleuth la mia risposta Open Source al Grande Fratello.

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Pubblicato il
13 feb 2001
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