Web – Basta. Basta con il corporativismo di una classe professionale che in Italia gode di privilegi quasi unici al mondo: in quasi nessun altro paese al mondo esiste un Ordine dei Giornalisti nato esplicitamente per garantire a una categoria privilegi inaccessibili al resto della popolazione. La figura del giornalista in Italia non solo gode di privilegi particolari – derivanti da un patto di sangue faustiano stipulato con le Autorità e che si basa su uno scambio di utili favori – ma rappresenta una delle figure più conservatrici e ostili allo sviluppo della libera informazione.
Arroccato in difesa del suo piccolo giardino privato, il giornalismo italiano è riuscito a farsi approvare una legge su misura per impedire a chiunque non abbia in tasca una tessera dell’ordine (e spesso anche di partito) di fare “certa informazione” sul Web.
Il ragionamento medievale che sta alla base di questa legge è che soltanto gli eletti iscritti a un circolo ristretto sono in grado di fare informazione in modo attendibile e indipendente. E che deve esistere soltanto una Informazione, necessariamente “istituzionalizzata”, che si nutra di veline di palazzo, frattaglie di comunicati Ansa e cascami di lanci stampa aziendali.
Secondo questa logica il giornalista scriva, e il lettore legga senza lamentarsi o proporre visioni alternative: è l’investitura feudale dell’Ordine che stabilisce chi è in grado di produrre informazione e chi no.
Tutto questo deve finire. Dal basso, da dietro le nostre tastiere non investite di alcun titolo nobiliare, rivendichiamo il diritto – anzi il vero e proprio dovere sociale e morale – di combattere questo elitarismo feudale. L’informazione è di tutti e si misura soltanto in base alla sua qualità, non all’autorevolezza delle fonti o alla potenza mediatica del mezzo che usa per propagarsi.
E ‘ giunta l’ora di una rivoluzione nel mondo dei media, che riporti l’informazione tra chi produce veramente Pensiero e testimonia direttamente degli eventi. O giornalista snob, che spesso disprezzi le opinioni del tuo lettore, scendi dalla cattedra e misurati alla pari con il tuo pubblico. Forse imparerai che non è necessaria una tessera per avere delle idee, anzi che il fatto di averne una spesso le idee le uccide.