E-commerce con la spiata incorporata

E-commerce con la spiata incorporata

Lo promuovono al Congresso USA con tre diverse proposte di legge, che nel complesso obbligherebbero qualsiasi rivenditore o sito d'aste telematico a indagare segretamente sugli utenti e spifferare il tutto a chi ne facesse richiesta
Lo promuovono al Congresso USA con tre diverse proposte di legge, che nel complesso obbligherebbero qualsiasi rivenditore o sito d'aste telematico a indagare segretamente sugli utenti e spifferare il tutto a chi ne facesse richiesta

Inserzionisti di eBay, cancellate il vostro account e gettate alle ortiche i feedback positivi così faticosamente ottenuti nel corso del tempo: se passa l’ultima iniziativa congiunta di tre parlamentari democratici statunitensi, il commercio elettronico si trasformerà in una gogna senza precedenti , con gli utenti alla completa mercé di chiunque abbia solo il sospetto di una qualche attività illegale in corso. Il tutto, naturalmente, per i soliti motivi di sicurezza nazionale cavalcati da una parte della politica USA dopo gli attentati dell’11 settembre.

Le tre proposte di legge sono la E-Fencing Enforcement Act of 2008 , sponsorizzata dal deputato Bobby Scott, Organized Retail Crime Act of 2008 del deputato Brad Ellsworth e Combating Organized Retail Crime Act of 2008 del senatore Richard Durbin. Le tre iniziative, trattate nel corso di una recente udienza tenuta al Congresso dal famigerato Dipartimento per la Sicurezza Nazionale (DHS, istituito da Bush nel 2002) e dal Comitato sul Crimine e il Terrorismo, sono fortemente supportate dalla National Retail Federation , vale a dire l’associazione degli esercenti statunitensi che operano on- e off- line.

Basando le proprie considerazioni sul collegamento tra le organizzazioni criminali attive nella rivendita e i gruppi terroristi mediorientali emerso di recente , la NRF si è appellata al DHS e all’anti-terrorismo statunitense affinché rendano più facili le indagini e i controlli su questo genere di criminalità soprattutto online, dove la semplicità di utilizzo di piazze dello scambio quali eBay o Craigslist rappresenterebbero addirittura un incentivo a delinquere persino per quei soggetti altrimenti onesti.

Estremismi? Questa è la posizione espressa da Joseph LaRocca, vicepresidente del dipartimento per la prevenzione dei danni di NRF, che paragona eBay e soci a un narcotico più potente della cocaina, del crack e dell’eroina messi assieme : “Internet sembra contribuire alla creazione di un tipo tutto nuovo di crimine di vendita – dice convinto LaRocca – quello che coinvolge le persone che non hanno mai rubato prima, ma vengono allettate dalla convenienza e dall’anonimato di Internet. Il ladri spesso confessano la solita disturbante storia: cominciano a vendere legittimamente prodotti su eBay e poi vengono coinvolti in cose che danno assuefazione, l’anonimato e la facilità con cui ottengono l’attenzione di milioni di consumatori diversi”.

Internet, sostiene LaRocca, è il Male che corrompe le anime di onesti e laboriosi cittadini, venditori e gestori di esercizi commerciali della natura più varia. Dunque occorre metterci una grossa pezza : la legge presentata da Bobby Scott costringe i rivenditori telematici a fornire le informazioni di contatto a qualunque “investigatore” sia capace di presentare un rapporto firmato dalle forze dell’ordine o dalla magistratura e che coinvolga un traffico di merce contraffatta o illecita; quella presentata da Brad Ellsworth trasforma il crimine commerciale in un reato federale , prevedendo la necessità di gestire un database centralizzato con ogni genere di dettagli sui sospetti truffatori alla stessa stregua di quello che si fa attualmente per i pedofili; la proposta di Richard Durbin, infine, costringe eBay e chiunque altro fosse informato di prove di presunte attività illecite, ad avvisare il Ministero di Giustizia e poi a condurre ulteriori indagini sul sospetto alla ricerca di nuove prove.

Unite all’obbligo già presente per i reseller online di conservare le informazioni di contatto per tre anni, le leggi proposte rappresentano quanto di più vicino ci possa essere alla morte definitiva del giusto processo negli Stati Uniti: chiunque sarebbe sottoposto al controllo dei grossi soggetti commerciali , spiato e indagato nel segreto dei server degli store .

Le proposte, tra l’altro, evidenziano anche come i Democrats negli States, che da tempo denunciano la continua erosione dei diritti costituzionali e delle libertà civili da parte dei Republicans di Bush, chiedano alla prima occasione utile misure paradossalmente ancora più perniciose di quelle in essere. A mitigare la situazione il fatto che i tempi per la discussione delle leggi non dovrebbero essere comunque molto brevi.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
26 set 2008
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