Roma – Alcuni dei più importanti progetti di governo elettronico italiano, il cosiddetto e-government , potrebbero finire nel vasto mondo dei “desiderata” e non conoscere mai la luce.
Ad affermarlo sono alcuni esperti che da molto tempo, sotto la spinta del dipartimento all’Innovazione , stanno seguendo da vicino l’evoluzione dell’e-gov italiano che, come noto, mette assieme risorse nazionali e locali per fornire ai cittadini trasparenza amministrativa e una gamma di nuovi servizi.
Il timore che il “giochino” a cui si attribuisce la possibilità di rivoluzionare la pubblica amministrazione possa rompersi si deve all’allarme lanciato nei giorni scorsi dal CNIPA . Il braccio informatico del Governo ha infatti sottolineato che per completare i progetti già avviati nel campo dell’informatizzazione della pubblica amministrazione all’appello mancano 778 milioni di euro .
Secondo il CNIPA, che ha presentato la propria relazione annuale, è necessario che si proceda al rifinanziamento di quel Fondo per l’innovazione tecnologica che, pur non disponendo di risorse enormi, ha fin qui consentito di mettere in campo strategie a lungo termine . Si tratta di denari necessari, anzi “essenziali” nel linguaggio del CNIPA, per tutto quello che va dalla formazione dei dipendenti pubblici alla dotazione di risorse informatiche.
L’avvertimento del CNIPA è arrivato proprio nei giorni di una importante conferenza a Firenze sull’e-gov durante la quale, peraltro, sono stati evidenziati una serie di passi avanti su vari fronti, in primis quello dei rapporti tributari tra aziende e Stato.
Come noto, in queste settimane è in discussione in Parlamento la manovra finanziaria di cui proprio nei giorni scorsi il ministro all’Economia Siniscalco ha presentato i punti essenziali. Tra questi non spicca, appunto, l’e-gov.