eBay antispam cancella le email

eBay antispam cancella le email

L'azienda appone un filtro per evitare che gli indirizzi dei propri utenti si trasformino in veicolo per posta commerciale non richiesta. Se ne lamentano in tanti. In Italia siamo già più avanti
L'azienda appone un filtro per evitare che gli indirizzi dei propri utenti si trasformino in veicolo per posta commerciale non richiesta. Se ne lamentano in tanti. In Italia siamo già più avanti


Web – Evitare che gli spammers possano acquisire indirizzi di propri utenti con facilità: questa l’idea dietro l’annuncio con cui eBay ha comunicato una svolta importante nella gestione delle aste.

Oggi, chiunque può leggere e registrare gli indirizzi email di chi partecipa alle aste pur non partecipando lui stesso, un sistema che consente a filtri intelligenti, o anche manualmente, di ottenere lunghe liste di indirizzi da “spammare”. Entro un paio di settimane le cose cambieranno perché questi indirizzi non saranno più resi disponibili.

Per mettersi in contatto con chi effettua l’asta, proprio come accade già su altri siti dedicati anche in Italia, occorrerà compilare un form con un messaggio che verrà forwardato all’utente dal sistema di eBay. Nel messaggio forwardato, il destinatario troverà anche l’indirizzo email di chi lo ha voluto contattare e dunque potrà instaurare con questi un normale “dialogo” via posta elettronica da quel momento in poi.

In Italia, dove la sensibilità sulla privacy è decisamente maggiore che negli Stati Uniti, i principali siti d’aste, come iBazar o Aucland, non trasmettono mai l’email degli utenti, tanto che i contatti tra questi ultimi avvengono sempre attraverso il sistema di messaggistica dei siti. eBay Italia, invece, aperto di recente, segue già la policy annunciata ora da eBay.com.

Secondo eBay, comunque, la questione spam è centrale per il numero crescente di proteste che arriva dagli utenti: “Questi cambiamenti sono dovuti alle preoccupazioni della comunità sulla raccolta indiscriminata di indirizzi email, che si traduce in un invio non richiesto e invadente di posta elettronica commerciale”.

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Pubblicato il
2 feb 2001
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